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Elena Ceste, dal giallo al gossip: colpa della tv o di chi la guarda?

Il giallo di Elena Ceste è ormai un caso mediatico. Nei talk show si scava nella sua vita privata, trattando la vittima alla stregua di un concorrente del Grande Fratello. La famiglia chiede il silenzio, ma i presunti amanti continuano ad andare in tv. Mentre piovono critiche, i dati d’ascolto crescono.
A cura di Daniela Seclì
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A Costigliole D’Asti una mamma scompare. Si chiama Elena Ceste e ha quattro figli. Dopo nove mesi, viene ritrovato il suo corpo in avanzato stato di decomposizione. La logica vorrebbe che la parola passasse agli inquirenti. Invece no, la parola passa alla tv. Seguono ore e ore di diretta, finalizzate a scavare nel passato della donna, a parlare di “doppia vita” e a dare voce a chiunque pensi di avere il diritto di esprimersi su di lei. Si parla di presunti amanti, che continuano ad essere definiti tali anche quando hanno chiarito di non aver mai avuto una relazione con la Ceste. Perché, probabilmente, la parola “amante” fa più audience della parola “amico”. Si fa la lista di tutti gli uomini che hanno parlato con lei negli ultimi due anni, si intervistano persone che la descrivono come “depressa” e altre che, invece, la vedevano come una persona solare ed estroversa. Insomma, si dice tutto e il contrario di tutto, pur di poter scrivere in alto a destra la parola “esclusivo”.

Elena, una vittima trattata come un personaggio pubblico

I genitori di Yara hanno dato una lezione su come andrebbe gestita la stampa, nei casi di scomparsa. I Gambirasio, però, hanno potuto contare su una famiglia e dei concittadini che hanno fatto quadrato attorno a loro, mantenendo il silenzio ed evitando che la vita della piccola finisse nel tritacarne mediatico. Michele Buoninconti non è stato altrettanto saggio. Ha cercato sostegno nei giornalisti, rilasciando interviste in cui infervorato chiedeva che si indagasse sugli uomini che infastidivano Elena. Un marito geloso, una moglie scomparsa e misteriose figure maschili che gravitavano attorno a lei, erano un piatto troppo appetibile. Così ecco comparire in tv i presunti amanti, la perpetua, il medico, la donna che ha visto Michele in chiesa con la figlia ed è pronta a giurare che la bambina fosse triste e, come se non bastasse, sono arrivati anche i mitomani. Insomma, una persona sconosciuta fino a dieci mesi fa, è stata trattata come fosse l’ultimo eliminato dalla casa del Grande Fratello.

I familiari di Elena chiedono il silenzio ma nessuno li ascolta

Poco dopo il ritrovamento del cadavere, la famiglia Ceste ha chiesto che calasse il silenzio sulla vicenda. L’intento era quello di salvaguardare la memoria della vittima e di rispettare il dolore dei suoi bambini. Le loro parole, però, sono rimaste inascoltate. I presunti amanti continuano a saltellare da un programma all’altro, svendendo i ricordi della povera Elena. Sventolano presunte chat intercorse con la donna o raccontano incontri avvenuti in assenza del marito. È delle scorse ore, lo sfogo del presidente dell’OdG che ha parlato di giornalisti che passano sopra “diritti e sentimenti”, in una tv del dolore snaturata nel suo intento giornalistico e quindi sempre meno tollerata. La giostra però non si arresta, continuano ad essere inscenati tribunali televisivi che al grido di: “Io sono garantista” hanno già condannato Michele Buoninconti. Intanto il pubblico vorrebbe che si ascoltasse l'appello dei genitori di Elena e che le persone che si affannano ad andare in tv a raccontare chi fosse la mamma di Costigliole rispettassero la loro volontà, facendo un passo indietro.

Alla ricerca del dettaglio morboso

I presunti amanti – che poi amanti non sono – vengono accolti in diretta e sottoposti a domande volte alla ricerca del dettaglio che potrebbe fare la differenza: “Hai parcheggiato l’auto nel vialetto di casa Buoninconti?”, “Ti sei chiesto perché Elena ti abbia invitato proprio quando il marito non c’era?”, “Ma cosa vi scrivevate?”, "Com'era vestita quando vi siete visti?". È una privacy violata, come se dopo la morte non se ne avesse più il diritto.

La reazione della rete e i dati di ascolto

Il popolo della rete tende a condannare aspramente questo modo morboso di indagare sulla vita privata della mamma di Costigliole. I dati d’ascolto, però, contraddicono le critiche che vengono espresse sul web. Le maggiori trasmissioni che si occupano di cronaca nera, trattandola quasi con toni scandalistici, riescono a portare a casa dati Auditel vincenti. Agli attacchi in rete, dunque, non corrisponderebbe la coerenza di cambiare canale. Gli spettatori hanno una grande responsabilità. Hanno la possibilità di scegliere cosa guardare e di evitare che delle vittime vengano trattate come fossero rockstar.

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