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È morto Alberto Sironi, regista e papà di Montalbano: i funerali il 17 agosto nell’amata Umbria

È morto a 79 anni Alberto Sironi, secondo papà del Commissario Montalbano. Regista della famosa serie tv, fu lui a scegliere Luca Zingaretti per il ruolo del Commissario. I funerali si svolgeranno mercoledì 7 agosto in Umbria, a San Rufino, città nella quale aveva vissuto con la moglie assisana Lucia Fiumi. Nato a Busto Arsizio nel 1940, era profondamente legato alla Sicilia. La notizia della morte arriva a meno di un mese dalla scomparsa di Andrea Camilleri. Dai social arriva il cordoglio di Luca Zingaretti: “Avevi un animo grande”.
A cura di Stefania Rocco
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È morto a 79 anni Alberto Sironi, secondo papà del Commissario Montalbano. Regista della famosa e fortunata serie tv, fu lui a volere Luca Zingaretti nel ruolo del commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri, autore dei romanzi polizieschi che hanno ispirato la serie Rai. . Nato a Busto Arsizio nel 1940, era profondamente legato alla Sicilia. La notizia della sua morta arriva a meno di un mese da dalla scomparsa di Camilleri, avvenuta lo scorso 17 luglio.

La regione Umbria accoglierà la salma di Alberto Sironi, il regista che è morto, infatti, ad Assisi. I funerali si svolgeranno nella giornata di mercoledì 7 agosto, a San Rufino, città che consentirà di dargli l'ultimo saluto e nella quale aveva vissuto con la moglie assisana Lucia Fiumi, sposata nel 2016, per amore della quale aveva scelto l'Umbria come terra in cui trascorrere i suoi giorni.

Il cordoglio di Luca Zingaretti

Tra i primi a commentare la scomparsa di Sironi, è intervenuto Luca Zingaretti, dal suo profilo Instagram. L'attore, provato dal nuovo dolore a breve distanza dalla morte di Camilleri, ha ricordato le belle esperienze vissute sul set e la bravura di Sironi, che ha avuto un grande peso nella fortuna di Montalbano.

Quante volte ci siamo mandati a quel paese, quante volte hai cucinato per noi, quante battaglie abbiamo condiviso, quante scene abbiamo riscritto, quante volte ci siamo detti ok, quante volte mi hai compreso, mi hai appoggiato, mi hai confortato. Quante volte hai minimizzato dove gli altri avrebbero ingigantito. Sei stato l’unico regista che quando davi motore cominciavi a raccontare le barzellette. Gli altri chiedevano il silenzio, tu raccontavi di Alberto Sordi. Quanti bicchieri di vino, quante chiacchierate, quante confidenze. Quante volte abbiamo fatto fronte comune. E che sapienza! Tanta parte del successo tv dei nostri film è tuo. E non lo dico adesso che non ci sei più, l’ho sempre urlato. Non te lo hanno detto abbastanza, non te lo hanno riconosciuto abbastanza. Ma lo sapevano tutti. Che sapienza, che cultura, che simpatia, che leggerezza, che signorilità, che gentiluomo eri. Quante volte, se riconoscevi che avevo ragione, hai detto “ok, la tua idea è migliore facciamo come dici tu” senza sentirti minimamente sminuito, perché avevi un animo grande. Perchè ci stimavamo e ci volevamo bene. In poco tempo è la seconda volta che piango un complice di questa avventura che ci accomuna da tanto tempo. È penoso, è duro, è proprio un anno di mer*a! Addio amico mio!

Eleonora Andreatta: il mito di Montalbano grazie a lui

La direttrice di Rai Fiction Eleonora Andreatta ha voluto ricordare il defunto Andrea Sironi dopo aver condiviso con lui l'esperienza de Il Commissario Montalbano in Rai: "Se ne va Alberto Sironi, protagonista di una lunga ed esaltante avventura perseguita con coraggio e dedizione fino all’ultimo. Un maestro che si è formato nel teatro e con quell’esperienza ha illuminato la sua carriera televisiva. Un regista con la curiosità e l’energia di un giovane e con una magia antica. Una lunga storia quella di Sironi, da Fausto Coppi a Salvo D’Acquisto fino ai venti anni con Montalbano, che  non sarebbe diventato quel mito e quella figura se non ci fosse stato lui, con le sue scelte decisive e con la capacità di ricreare un mondo diventato così inconfondibile da conquistarsi una straordinaria fedeltà da parte del pubblico. Lo piango con l’affetto che spero possa avvicinarsi a quello che lui ha messo nel suo lavoro, e lo ricordo nella ricchezza della qualità professionale e umana con cui lo ha onorato e ci ha onorato".

Gli ultimi episodi di Montalbano già diretti da Zingaretti

Era stato Zingaretti a dirigere gli ultimi episodi de Il Commissario Montalbano a causa di un'improvvisa indisposizione di Sironi. Regista pro tempore a partire dalla fine di maggio, aveva preso il posto di Sironi dopo che un malore e la successiva convalescenza lo avevano costretto a non farsi carico delle riprese dell'ultima stagione.

La collaborazione con la Rai risale agli anni Settanta

Dopo il diploma ottenuto presso la scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano, cominciò a collaborare con la Rai a partire dagli anni Settanta. Realizzò alcune inchieste e reportage in Italia e all’estero per poi approdare alla regia. L’esordio da regista e sceneggiatore risale al 1978 con due telefilm tratti dalla raccolta i racconti Il centodelitti. Per Rai1 diresse nel 1995 Il grande Fausto, una fiction sulla vita del ciclista Fausto Coppi.

L’amore per la Sicilia nato con Montalbano

Sironi raccontò di avere stretto un profondo legame con la Sicilia a partire dal momento in cui, dalla fine degli anni Novanta, accettò di dirigere la serie tv Il Commissario Montalbano: “Sono legato alle mie origini ma qui mi sento a casa, tra la gente per strada o nelle trattorie, quando incontro i contadini e le maestranze locali”. Nel corso di un’intervista a Spy del febbraio 2019, raccontò di avere scelto lui stesso Luca Zingaretti per il ruolo del commissario protagonista della fiction:

Provinai tre attori per quel ruolo, ma degli altri due non dirò mai il nome. Uno, molto bravo, non poté venire perché la moglie il giorno prima, litigando, gli aveva fatto un occhio nero. L'altro fece un provino davvero interessante. Ma Luca fu eccezionale, una roba speciale. Non si poteva dire di no. Non ho avuto dubbi anche se fisicamente era molto diverso dal Montalbano dei romanzi, che era più anziano, pieno di capelli ricci e con la barba. Tanto che Camilleri quando seppe che avevo scelto Zingaretti, mi disse: ‘Ma perché proprio pelato l'hai preso?'.

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