Cosa farà Alberto Urso con i 150 mila euro vinti ad ‘Amici 2019’: “Li investirò negli studi”
Alberto Urso, reduce dalla vittoria di ‘Amici 2019‘, si è raccontato su Corriere.it. Occhi di ghiaccio e voce possente e intensa, a soli 21 anni è riuscito a realizzare il sogno di vincere il talent di Maria De Filippi. Nel corso dell'ultima puntata aveva confidato candidamente l'intenzione di continuare a dormire in casetta, nonostante il programma fosse finito. Alla fine, però, le cose non sono andate così: "Ho riacceso il telefonino dopo 5 mesi… 13 mila messaggi! Non so come fare. (Dopo la vittoria) sono andato a letto alle sette. Avrei voluto restare a dormire nella casetta, ma era venuta anche la mia famiglia e li ho raggiunti in albergo".
Come è nata la passione per la lirica
La passione per la lirica è nata grazie a suo padre. Nella vita l'uomo fa un mestiere che poco ha a che fare con la musica, tuttavia si occupa anche di organizzare concerti. Così è avvenuto l'incontro provvidenziale tra Alberto e un tenore, che ha acceso nel giovane la passione per quell'arte: "La lirica me l’ha fatta scoprire mio padre. Lui ha un’agenzia di pratiche automobilistiche, ma per passione organizzava concerti alle Eolie. Una volta portò un tenore: il giorno dopo iniziai a imitarlo. Papà notò la mia voce e decise di mandarmi a lezione: canto prima, pianoforte, batteria…".
Cosa farà con il premio vinto
Alberto Urso ha dedicato la vittoria all'amata nonna Rosetta "che da lassù sarà contentissima" e alla sua famiglia che si è sacrificata per permettergli di seguire la sua passione. Il giovane non ha dubbi: "Cosa farò con i 150 mila euro in gettoni d'oro? Li investo negli studi". Infine, ha dichiarato che non gli dispiacerebbe l'eventualità di essere considerato un sex symbol:
"No, sono uno a cui piace piacere. Mi prendo in giro per la panzetta, ma mi tengo in forma. Un cantante è come un atleta. Gioco a calcio con gli amici, ala destra. […] La partecipazione a ‘Ti lascio una canzone'? Ho imparato a conoscere il palco. Se mi riguardo vedo un ragazzino che doveva mangiare un po’ meno pasta".