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Ciao Maschio operazione antipatia di Rai1, Nunzia De Girolamo sul patibolo ancor prima di partire

Il programma del sabato sera di Rai1 condotto da Nunzia De Girolamo partiva con tutti gli sfavori del caso, preceduto da una campagna di lancio sfortunata e i pregiudizi di tanti che avevano già il fucile puntato. Pregiudizi che, ad onor del vero, la prima puntata ha fatto ben poco per smentire.
A cura di Andrea Parrella
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È partito con tutti gli sfavori della vigilia Ciao Maschioprogramma del sabato sera di Rai1 affidato a Nunzia De Girolamo, che debutta alla conduzione Tv entrando dalla porta principale. Un'operazione di quelle che non è nata sotto una buona stella e sulla quale si è abbattuto violentemente il soffio di un vento critico, per certi versi in maniera aprioristica, con un corposo fronte di opinione fatto di persone con il fucile puntato, già pronto a sparare.

Ciao Maschio diventa singolare esponente di una schiera di programmi costruiti per non essere guardati, frutto di un'operazione antipatia che quasi prescinde dal contenuto (le infelici foto di lancio del programma con Giletti non hanno giovato). L'idea di dare a Nunzia De Girolamo un programma da condurre in solitaria ha sollevato da subito polemiche, per l'ingombrante pedigree che l'ex politica e moglie di un ministro uscente porta con sé. Il suo presenzialismo televisivo di questi ultimi anni, come concorrente a Ballando con le stelle e opinionista, non è stato in grado di sminare le perplessità de molti che, sin da subito, l'hanno messa sul patibolo faticando a comprendere le ragioni televisive di una proposta di questo genere. Perplessità che, ad onor del vero, il programma in sé fa ben poco per smentire.

Costruire un salotto di discussione gestito da una figura femminile che interloquisce con tre uomini (Luigi De Magistris, Stefano De Martino e Francesco Paolantoni nello specifico della prima puntata), tentando di articolare un dibattito leggero sul tema del rapporto tra uomo e donna, è una di quelle idee ad altissimo coefficiente di difficoltà, con ampi margini d'errore e il luogo comune sempre dietro l'angolo. Affrontare queste tematiche è complesso, il terreno è scivoloso in questo momento storico più che mai ed è facilissimo inciampare in frasi fatte, temi triti e ritriti, discussioni da bar senza particolare mordente.

La prima puntata di Ciao Maschio riesce nell'impresa di inanellare tutti questi aspetti negativi e mettere in secondo piano persino l'alibi del debutto di Nunzia De Girolamo, che in altri casi avrebbe attenuato le colpe di una poca scioltezza alla conduzione. Il risultato è un prodotto concepito per essere provocatorio e di rottura senza mai riuscire a sfiorare questo obiettivo con frasi che sono diventate immediatamente oggetto di ironia nel commento live sui social, come "cosa si dicono gli uomini negli spogliatoi?" e "il tradimento si può perdonare?". Gli ascolti infine, 745.000 spettatori con uno share dell’8.6%, arrivano come una sentenza su Ciao Maschio. Programma in cerca di riabilitazione, con una strada è in salita, verso il quale dovremmo provare ad essere più indulgenti.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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