Che Dio ci aiuti 5, Simonetta Columbu: “Facevo la cameriera. I miei tatuaggi? Dedicati ai nonni”
Simonetta Columbu è tra i nuovi volti di ‘Che Dio ci aiuti 5‘. Il suo personaggio, l'adorabile ma anche fragile novizia Ginevra, ha conquistato il cuore degli spettatori. L'attrice si è raccontata a Fanpage.it. Nella lunga chiacchierata ha parlato del ruolo interpretato nella fiction, dei valori ricevuti dalla sua famiglia, di trasgressione e regole e del significato dei suoi tatuaggi. Inoltre, è tornata con la mente alla vita che conduceva prima di diventare attrice: le difficoltà da affrontare erano maggiori ma era comunque una ragazza felice.
Con Ginevra hai dato vita a un personaggio che in poco tempo è riuscito a entrare nel cuore degli spettatori. Come ti sei preparata a interpretarla?
Ho avuto un approccio abbastanza inconscio e irrazionale nei confronti di Ginevra. Certo, c'è stato molto studio per evidenziare gli snodi più drammatici. Devo dire, però, che è stata lei stessa a entrare dentro di me e a svelarsi piano piano, strada facendo. Ritengo che un personaggio non vada mai posseduto, ma lasciato libero di cambiare, evolversi e prendere nuove sfumature, fino a stupire l'attore.
Ginevra è ligia alle regole e non penserebbe mai di trasgredirle. Qual è, invece, il tuo rapporto con le regole e con la trasgressione?
Penso che la trasgressione avvenga quando qualcuno ti priva di qualcosa. I miei genitori mi hanno trasmesso dei valori e io ho sempre condiviso tutti i loro insegnamenti, quindi non ho avuto bisogno di trasgredire. Ho sempre agito seguendo il mio cuore e ponderando le cose. La trasgressione secondo me è solo un campanello che ti suggerisce di dover rompere uno schema. Ma se agisci con libertà e ascoltando te stessa non c'è motivo di farlo.
Nella fiction i tuoi tatuaggi sono stati coperti. Ti va di raccontarmi il loro significato?
Sì, ne ho diversi. I tatuaggi mi piacciono molto, sia a livello estetico e poi perché ti permettono di appuntarti un ricordo sulla pelle. I miei sono dedicati soprattutto ai miei nonni che sono morti e a cui ero molto affezionata. Il volto che ho tatuato sul braccio è ispirato a quello di mia nonna paterna. Ho una rosa sul petto. Mi piaceva il soggetto, non è uno di quei tatuaggi che ho fatto per esprimere un significato preciso. Poi ne ho uno sulla caviglia che ho fatto quando avevo 15 anni. Non è che io mi sia pentita, però quello avrei potuto evitarlo.
Il personaggio di Ginevra si presta anche a una riflessione sul femminicidio e sul dolore degli orfani…
Trovo che sia un tema complesso e delicato. Non mi sono posta l'obiettivo di lanciare un messaggio, ma se posso trasmettere forza o compassione a qualcuno ben venga. Molte donne vengono manipolate psicologicamente e questo le porta ad aver paura di denunciare. È importante non sminuire né sottovalutare gli effetti di tale manipolazione. Se con Ginevra posso trasmettere un po' di forza, è il più grande regalo.
Prima di realizzare il sogno di diventare un'attrice, hai vissuto dei momenti in cui i soldi scarseggiavano e ti sei dovuta arrangiare. Come ricordi quel periodo?
Lo ricordo con immensa felicità. Non è bello solo il traguardo, ma tutto il percorso. Era un periodo di grandi difficoltà, la mia passione non era ancora un lavoro. Per diversi anni ho fatto la cameriera in un locale però anche quell'esperienza l'ho fatta con impegno ed energia. Ogni lavoro, se lo fai senza scetticismo e credendoci, può fortificare e regalare soddisfazioni. Mettersi alla prova è importante. I momenti di difficoltà ci permettono di passare dall'essere bambine all'essere donne.
Qual è la soddisfazione più grande che hai potuto toglierti?
Ora finalmente ho una casa tutta mia a Roma. Poterla arredare è stata un'emozione, un traguardo. Anche in futuro potrei attraversare altri momenti di difficoltà. Non lo escludo, questo è ovvio, ma so di saper badare a me stessa.
Sei fidanzata con Alessandro, un ragazzo estraneo al mondo dello spettacolo. La popolarità ha influenzato in qualche modo la vostra relazione?
Assolutamente no, lui è felice dei miei traguardi. Al massimo ciò che sta accadendo nella mia vita ci ha reso ancora più contenti. Non abbiamo avuto alcun problema, lui è davvero entusiasta.
Dopo ‘Che Dio ci aiuti 5', c'è già qualcosa che bolle in pentola?
Diciamo che abbiamo messo l'acqua.