Caso Giovanna Botteri e Striscia, ora non dirottate gli insulti su Michelle Hunziker
Non è la prima volta che Giovanna Botteri si ritrova invischiata nel tritacarne dell'insulto. Anno del Signore 2016, la Rai non è ancora a trazione sovranista ma le armate del pensiero gentista sopravanzano. Vengono resi noti gli stipendi più alti dei giornalisti del servizio pubblico, si parlerà di stipendi d'oro. La allora corrispondente dell'ufficio di New York per tutti i servizi dagli Stati Uniti percepiva un compenso di poco sotto i 200mila euro lordi. Alla fine del 2019, le strane voci di un suo trasferimento da New York a Pechino a causa di presunti rigurgiti anti-trumpisti, furono causa di alcuni risolini sui social così come in certa opinione di spiccato orientamento destrorso.
Poi è arrivato il servizio di Striscia la Notizia a mettere il carico pesante su una delle giornaliste più in vista (perché in video, appunto) del nostro Paese. A parere di chi scrive, non dovrebbe sorprendere più di tanto la cifra stilistica del giornale satirico di Antonio Ricci che in anni di "Fatti e Rifatti" ha spalato vagonate di letame su questo o quest'altro personaggio, brandendo opportunisticamente la libertà di satira. Resta però un servizio brutto quello di "Striscia" perché ridicolizza una professionista che in questo momento andrebbe solo applaudita. Che poi, riprendendo certi appunti che tuttora si twittano, faccia parte della "casta" dei centomila, centocinquantamila o duecentomila l'anno per fare il suo lavoro, questa è un'altra follia che non può essere assolutamente giustificata.
Così come non può esserci alcuna giustificazione circa quello che si legge su Michelle Hunziker, in questo momento. Si tira in ballo la sua carriera, i suoi (presunti) insuccessi, la sua famiglia ricchissima, la sua leggerezza social durante la quarantena. Ovviamente, si tira in ballo anche il suo impegno in prima linea contro le discriminazioni sulle donne con la Onlus. Come possiamo chiamarlo, bodyshaming di riflesso? È inaccettabile. Si diceva che durante questo isolamento sarebbe nata la ‘nuova società', quella in cui tutti avremmo imparato qualcosa. Mi sa che non abbiamo imparato proprio un cazzo.