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Carolyn Smith sta con la Celentano: “Nella danza la tecnica è importante, in Martina non l’ho vista”

La danza, anche grazie alle puntate di Amici 20, è al centro del dibattito televisivo del sabato sera, e in quanto volto iconico della danza internazionale anche Carolyn Smith si è espressa a riguardo. Raggiunta da Fanpage.it ha condiviso la sua idea di danza e di talento, parlando anche dell’approccio che i giovani aspiranti artisti hanno maturato con il mondo dello spettacolo.
A cura di Ilaria Costabile
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La danza è ormai al centro del dibattito televisivo delle ultime settimane, complice la messa in onda di Amici 20 e la voglia del pubblico di assistere a programmi che valorizzino il talento dei giovani partecipanti. Raggiunta da Fanpage.it, una delle icone della danza internazionale, nonché noto volto televisivo, Carolyn Smith ha condiviso il suo amore per la disciplina e la sua idea di ballo: "Per me non esiste una distinzione, ma esiste un unico grande mondo della danza, io devo ringraziare la danza per tutto quello che ho, perché ho vissuto soltanto per questa mia grande passione". Disciplina, tenacia e determinazione sono le carte necessarie per affermarsi in un mondo così difficile ed è questo, secondo la ballerina, che i ragazzi devono imparare per intraprendere questo percorso.

Secondo lei quanto spazio si dà alla danza in televisione oggi?

Sono contentissima del fatto che ci siano vari programmi di danza in tv. Ad esempio Roberto Bolle ha fatto uno show innovativo, attraverso la danza classica ha aperto a tutti gli stili di danza, anche se per me esiste un mondo soltanto con diverse discipline. Poi abbiamo Ballando con le Stelle, abbiamo Amici. Sono due trasmissioni stupende entrambe, ma hanno due finalità diverse. In una sono i vip che devono approcciare alla danza senza aver mai ballato e lì si scoprono, iniziano a provare nuovi sentimenti, si vedono diversi da prima. Invece il discorso di Amici è altamente professionale, non c'è un amatore che entra lì e fa il balletto, no, perché vogliono veramente entrare nel mondo dello spettacolo. Sono quindi due cose diverse, ma abbracciano totalmente il mondo della danza.

A proposito di Amici, lei ha commentato la performance di Martina Miliddi, sottolineando quello che poi è il pensiero di Alessandra Celentano, ovvero che la ballerina non sembra abbia alle spalle 16 anni di studio.

Innanzitutto il mio non era un commento contro Martina, non la conosco, però chi mi conosce bene lo sa che io non faccio mai un attacco alla persona, è estremamente professionale, tecnico. E anche qui, la parola tecnico rientra in un discorso culturale, non significa soltanto la tecnica della danza, ma tecnica qui vuol dire anche usare il corpo e come esprimersi, è da intendersi a 360°.

Cosa avremmo dovuto vedere nella sua performance che non abbiamo visto? 

Il fatto è questo: Martina ha fatto una performance nella quale, per qualcuno che balla da 16 anni, c’erano troppi errori tecnici, il fatto che sia stata premiata- nonostante tutto- mi ha lasciato perplessa, da qui la mia riflessione. Però, io ho difeso anche il discorso dei giudici perché ogni giudice ha il suo modo di pensare, una sua cultura. Detto ciò, da quando sono ragazzina mi è stato insegnato che il biglietto da visita di una ballerina sono i piedi. Non sono soltanto i piedi da valutare, però, quando vedi che non c’è il collo del piede e in più sono storti, non c’è l’equilibrio, va fuori tempo, non c'è coordinazione allora puoi avere tutto l’istinto che vuoi ed essere brava sulla scena, però, ci deve essere un minimo di tecnica che ti faccia andare avanti. Quel minimo io non l’ho visto.

A paragone l'esibizione di Serena ha avuto un impatto diverso. 

In confronto Serena, che non ha mai fatto latino e in una settimana ha studiato questa coreografia di samba, è vero che c’è una base di danza classica, ma ha usato i piedi molto meglio di Martina. C'è stato qualche problema con il tempo, entrava e usciva dal ritmo, però era armoniosa. Mentre Martina non poteva sbagliare una cosa così basilare, io capisco che sia una coreografia veramente difficile, ma erano tutti elementi che si imparano anche il il primo anno di ballo approcciando a questo tipo di coreografia.

Raimondo Todaro era ad Amici e parlando con Martina l’ha definita acerba, è d’accordo con quanto ha detto?

Sì, ha detto anche che è confusionaria e che ancora deve imparare. Io credo che lei si sia fermata alla prima frase che lui ha detto, cioè che l’avrebbe scelta come allieva. Ma è giusto, perché Raimondo è un insegnante di latino americano, non può scegliere qualcuno che ha fatto danza classica. Però ho visto la reazione di Martina: contenta perché lui l’avrebbe scelta, è un animale da palcoscenico è vero, ma tutto quello che ha detto Raimondo è quello che abbiamo detto io e Alessandra Celentano, esattamente uguale, solo che è stato detto con altre parole.

Come insegnante si sente più vicino ad Alessandra Celentano o Lorella Cuccarini?

Dicono che Alessandra sia cattiva e Lorella troppo buona, ognuno ha il suo modo di insegnare e sicuramente si rendono conto di quello che fanno con i loro studenti. Io ho il mio metodo e a qualcuno piace, a qualcuno sicuramente non può piacere, sono molto rigida. All’inizio sono molto dolce, quando c’è da spiegare ho una pazienza incredibile, spiego una cosa anche mille volte, però a mille e uno inizio ad arrabbiarmi se non vedo che la persona che ho davanti in un tot di mesi non sta facendo miglioramenti.

Da insegnante di danza ritiene sia giusto essere diretti con i propri allievi facendogli notare, magari, se hanno la stoffa per continuare un certo percorso?

È necessario, perché loro hanno scelto di fare il mestiere di ballerini. Certe cose sono perdonabili, altre cose no se si decide di intraprendere questo mestiere, se lo fai soltanto perché sei un appassionato di ballo va bene, ma non quando pretendi di arrivare, no, non è possibile.

Secondo lei quanto è importante saper accettare le critiche e le sfide in un talent show, senza prenderli come attacchi personali?

La società al giorno d’oggi è cambiata tantissimo, ogni volta che dici qualcosa non lo accettano e questo messaggio è completamente sbagliato. Se io fossi al posto di Martina o qualsiasi ragazzo in un talent e una persona come me o qualcun’altra mi fa una critica costruttiva, io sarei contenta perché è questo che mi fa crescere. Non ti fa crescere il “brava brava”. Ti spiego una cosa: a 14 anni la mia insegnante, dopo una gara che ho vinto, mi disse "brava Carolyn sei perfetta". Io ho iniziato a piangere, sono tornata a casa ho spiegato a mia madre quello che era successo e ho cambiato insegnante, perché un’insegnante che ti dice a 14 anni che sei perfetta ha un suo limite. Al giorno d’oggi, invece, qualcuno sarebbe rimasto lì, proprio perché gli avevano detto che era perfetta. Ma no, ragazzi, non funziona così, io a 60 anni sto ancora imparando.

Ad esempio ragazzi come Tommaso e Giulia ad Amici hanno dimostrato di essere molto tenaci e, infatti, sono tra i preferiti del pubblico. 

Sì, è vero. Loro hanno una visione diversa, loro sanno dove vogliono arrivare e non c’entra l’insegnante, non hanno paura di uscire fuori dai loro stili, sembrano determinati. Hanno capito di avere la fortuna di poter puntare oltre. Intanto ci provi e almeno puoi dire di aver trovato anche altro che ti piace.

Quali sono le caratteristiche che deve avere un ballerino per affermarsi nel mondo della danza, oggi?

Passione, dedizione, gratitudine e una buona dose di umiltà. E a volte la disciplina che spesso manca.

Non c’è il rischio che molti aspiranti artisti si sentano "arrivati" solo per essersi fatti notare in tv?

Ho sempre detto a tutti i miei allievi che i ballerini devono essere iconici, a prescindere che tu sia campione del mondo o no, ma devi diventare iconico: la gente anche quando non ci sei più deve ricordarsi di te. Come Freddy Mercury, Michael Jackson sono tutti artisti che hanno lasciato un messaggio, vuol dire che c’era l’eccellenza. Io dico a tutti i ragazzi che studiano con me che devono lasciare un messaggio, qualcuno deve ricordarti per qualcosa, questo significa che sei arrivato. Non perché hai vinto un campionato o fatto una trasmissione, ma anche lì, quante persone che abbiamo visto in televisione poi sono sparite, dove sono adesso? Avendo avuto visibilità quando si esce da un talent bisogna lavorare il doppio, perché la pressione vera è quando escono fuori non quando sono dentro, lì devono coltivare tutto quello che hanno imparato.

Le piacerebbe condurre un programma tutto suo incentrato sulla danza? 

Sarebbe bellissimo, magari. Se io avessi la grande fortuna di fare una trasmissione sulla danza, mi piacerebbe spiegare tutto sin dall’inizio, come parte un percorso e poi i vari studi attorno alla danza. Perché la danza non è solo un'attività, ma è proprio uno stile di vita, come si deve mangiare, tenere il corpo in salute, ci sono tante cose che le persone non conoscono.

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