Amici 19, Skioffi giustifica il testo sessista di Yolandi: “Non sono un criminale”
Amici 19 non è ancora iniziato e c'è già un caso, che porta il nome di Skioffi, rapper in lizza per una sedia nella scuola del talent di Maria De Filippi, al via in queste settimane. Il problema, in particolare, sono i testi delle sue canzoni, che hanno sollevato un vento di polemica per la durezza dei contenuti e frasi considerate sessiste, violente e aggressive. Un aspetto trattato nella puntata del 16 novembre e su cui il programma è tornato nel daytime del 19 novembre. Chiamato in causa a fornire delle spiegazioni in merito, Skioffi ha commentato così: "Non so che dire. ‘Questa cosa mi pugnala da anni e, a quanto pare, continua a tormentarmi. Non so più come liberarmene. Sarà sempre così".
Le spiegazioni di Skioffi a Maria De Filippi
Il problema Skioffi è relativo soprattutto alla canzone Yolandi, racconto di un femminicidio dal punto di vista dell'uomo che ammazza. Canzone che Skioffi descrive come "una storia inventata, è un film messo in musica", per poi aggiungere:
Volevo far apparire tutt’altro rispetto a quello che si dice, fare una cosa contro la violenza. Comunque sia, avendo scritto un brano molto diretto, crudo, senza censure, portando la massima realtà del linguaggio e immedesimandomi nel personaggio è tranquillamente fraintendibile. L’ho spiegato per tre anni, ma nessuno l’ha capito. Sarà sempre così, qua dentro e là fuori.
Quello che ha provato a fare, spiega Skioffi, è un tentativo di "immedesimazione nella mente di uno psicopatico. Mi sono chiesto come avrei scritto questa cosa se fossi stato uno psicopatico e l’ho scritta nel modo più crudo possibile". E infine: "Io so cosa ho nella testa, non sono un criminale".
Chi è Skioffi
Skioffi, vero nome Giorgio Iacobelli, ha partecipato alle selezioni di “Amici 2019”, pur essendo già un rapper già molto noto. Il suo canale Youtube conta oltre 40mila iscritti. Più di 60mila, invece, sono i follower che seguono il suo profilo Instagram, una platea che lo ha reso già volto popolare nel suo ambiente. Un successo costruito seguendo un genere, quello della trap trash, che prevedeva testi volutamente espliciti: "Da un anno a questa parte, capendo e crescendo, ho cercato di buttare tutto. Già sapevo che l’avrei fatto. È una cosa che mi porterò sempre dietro".
Il rapper si difende dalle accuse di sessismo
"Mi piace scrivere cose strane, raccontare storie folli. L’ho sempre fatto. Quella volta l’ho fatto e ho esagerato forse un po' troppo. Non sono un maschilista", prosegue l'arringa di Skioffi, che evidenzia anche le responsabilità dei suoi produttori nell'incoraggiarlo: "‘Questo è vincente, è trash. Così non lo fa nessuno. Fai questo e avrai il tuo successo' mi hanno detto. Ho seguito quel consiglio e sono esploso". Skioffi ci ha quindi tenuto a precisare i suoi valori, sottolineando una sorta di inconsapevolezza nel fare certe cose, anche dettata dal consenso di un pubblico composto persino da genitori:
"Non significa odiare le donne. Ho fatto così e il mio pubblico si è sempre divertito. Le mamme hanno portato sempre i loro figli ai miei concerti. Le mamme hanno sempre capito il mio personaggio. I miei spettacoli erano cabaret, non erano rap. Da quando ho fatto il pezzo Yolandi tutto è cambiato. Che devo fare? Cerco di andare avanti, di dimenticare le cose, ma entro qua dentro e si riparte daccapo. A sto punto me ne stavo a casa. Tanto, se dovessi entrare… è un casino. È un anno che cerco di cambiare la mia vita".