Un caso mediatico su cui l'allarme del raggiro, la puzza di sòla ad esser franchi, si era innescato forte e chiaro sin dalla querelle del volume più alto del suo spot. La scenografia, la solita. Il tavolo in mezzo al paesello, quello stesso tavolo al quale presero posto con Adriano Celentano, per quella magnifica "Ho visto un re", calibri pesanti come Giorgio Gaber, Dario Fo, Enzo Jannacci e Antonio Albanese. Ma Adriano non c'è in questo siparietto che anticipa il cartoon in questione, c'è Nino Frassica spalleggiato dal solito Francesco Scali. Due monaci che decidono del passaggio delle persone in una fantomatica Arca verso la salvezza dall'apocalisse.
Passano gli anni, le idee di Adriano Celentano restano quelle. E quindi passano così, i minuti di una gag di apertura lenta, svogliata e senza presa. Che più si va avanti e più si rimpiange di non poter girare su Rai2, assistere a quella piccola ribellione televisiva organizzata da Carlo Freccero: "Saremo in pochi, ma saremo i migliori", ha detto prima di lasciare spazio a "Ultimo tango a Parigi" in prima serata. Siamo forse i peggiori su Canale 5 per "Adrian"? Non lo so, ma dopo i primi dieci minuti, l'impressione è che Adriano Celentano probabilmente non ci merita.
Qualche sorriso per il reintegro di Natalino Balasso, di nuovo in tv dopo tanto troppo tempo. È il suo monologo che anticipa l'arrivo di Adriano Celentano. Poche parole, giusto un saluto poi i soliti tuoni, quelli apocalittici a cui il Clan Celentano ci ha abituato da sempre. E finalmente il cartoon, l'evento tra i più costosi dell'ultimo decennio Mediaset con firme di livello assoluto ad accompagnare il progetto: Vincenzo Cerami, scomparso nel 2013, Milo Manara, Nicola Piovani. Un lavoro enorme, una gestazione lunghissima per un kolossal d'animazione che ha impiegato migliaia tra diverse professioni: animatori, sceneggiatori, autori. La serie animata è tecnicamente ineccepibile, così come i disegni di Milo Manara (il personaggio femminile disegnato su Claudia Mori è da poster gigante in stanza) ma l'idea di questo "Potere Corrotto" che governa in un futuro distopico, nel tipo di futuro distopico così rappresentato, è come quella che ormai Celentano ha del suo modo di fare contenuti: datata. "Adrian" ci accompagnerà ancora per altre otto serate, sacro share permettendo.