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Perché Maria De Filippi dovrebbe condurre Sanremo 2015

Carlo Conti vorrebbe Maria De Filippi nel parterre di ospiti del Festival di Sanremo 2015. Tutto tace, quando invece sarebbe auspicabile un suo ingresso in pompa magna sul palco dell’Ariston, fosse solo per zittire le insistenti voci che la vedono ormai troppo poco audace in quanto a sperimentazione televisiva.
A cura di Eleonora D'Amore
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Aleggia la presenza di Maria De Filippi a Sanremo 2015. Sono anni ormai che tentano di microfonarla e portarla in pianta stabile sul palco dell’Ariston, con la speranza che l’affetto generato nei suoi fedeli telespettatori sposti grandi fette di ascolto da Mediaset alla Rai. Che la De Filippi sia un Re Mida della tv è cosa ormai nota ed è ben visibile dall’incredibile capacità con la quale colleziona successi, pur reinventandosi molto poco. I suoi programmi cambiano, ma in fondo restano sempre uguali a sé stessi. Uomini e Donne, C’è posta per te, Amici, ritoccati di anno in anno, restano purtroppo i medesimi nella sostanza. Maria azzarda, chiama nomi in campo sempre più azzeccati, ma allo stesso tempo in generale non rischia (se non con un guizzo creativo a Italia's got talent). È dal 2000, ovvero da quando si concesse una prima serata con la trasmissione Vero Amore (divenuto quest’estate Temptation Island), che non la si vede in altre vesti. Seduta goffamente sulle scale, ciondolante tra le fila di un pubblico emozionato, materna al centro di un mastodontico palco pieno di giovani talenti spaventati. Da lei si vorrebbe di più, soprattutto perché è considerata una professionista capace. Il suo concedersi a piccole dosi nel terreno minato della sperimentazione mediatica ha fatto sì che la visione del suo personaggio sia orientata più verso la pensione che verso una rinascita.

È un peccato, fosse solo per il modo in cui, al netto delle sue scelte a volte discutibili, è riuscita nel tempo a costruirsi una credibilità. Carlo Conti la vorrebbe al Festival di Sanremo 2015 e tutto tace, quando invece un assenso convinto sarebbe auspicabile e gradito. Vederla come un elegante Pierrot dal capello gelatinato, avanzare al fianco di Bonolis come special guest nel 2009 aveva già convinto. Servirebbe una spinta maggiore, qualcosa che possa contrastare la tendenza “ammiraglia” (legata a influenze culturali di quasi un trentennio fa) di centralizzare la conduzione maschile, limitandosi a stemperarla con l’avvenenza delle quote rosa. Servirebbe una donna capace di fronteggiare le alte aspettative di un Gubitosi in prima fila, evitando quel fastidioso ruolo di spalla che spesso è stato riservato alle protagoniste femminili del festival. L’hanno preceduta in questo, negli ultimi dieci anni, Raffaella Carrà, Simona Ventura e Antonella Clerici (e parliamo di sole tre donne su 14 conduttori, molti dei quali replicanti). “Un piccolo Sanremo dentro Amici” è ciò che fece nel 2012, subendo in parte il fascino dell’Ariston. Riuscirà mai a vestire i panni di conquistatrice, irrompendo nella città dei fiori a testa alta invece di addobbare lo studio di Cinecittà come fosse una serra?

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