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Tommaso Zorzi e Rocco Siffredi, se raccontato così il sesso resterà sempre un tabù

L’intervista di Zorzi a Rocco Siffredi è una carrellata di volgarità. “Ti vedrei bene in un porno, tu sei un ragazzo libero”, lo incoraggia Siffredi. Tommaso cavalca l’onda dell’entusiasmo e si lascia andare ad ogni battuta che la tv da tempo non gli concede: “Abbiamo una cosa in comune, un grande ca**o”. L’occasione poteva essere quella giusta per parlare di sesso in maniera libera ma ragionata, scardinando tabù che non hanno più senso di esistere. E invece: “Sfatiamo il mito del ca**o grosso”, dando il via a Siffredi per sciorinare la sua competenza sul tema, con argomentazioni che lasciano nel disagio più totale lo stesso Zorzi, troppo preso dalla voglia di dimostrare che è ancora quello di un tempo.
A cura di Giulia Turco
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Sulla parete del suo nuovo bilocale in Porta Venezia a Milano campeggia la scritta luminosa a led, ‘Ca**o'. Uno dei pochi pezzi che ha portato con sé dal più modesto monolocale dell'era pre GFVip. Emblema di una personalità istrionica e spudorata, di chi ha fatto della sessualità, un tempo tasto dolente, uno gioco, un punto di forza e una bandiera personale. Tommaso Zorzi parla di sesso senza filtri, sui social almeno. Non certo in tv, dove la poltrona da opinionista dell'Isola dei Famosi lo ha relegato ad un ruolo in cui, probabilmente, nemmeno lui si riconosce. Per non parlare del Punto Zeta su Italia 1, cancellato dal palinsesto dopo un mese di vita: tre minuti di lettura del gobbo per riassumere la giornata dei naufraghi, con la stessa spontaneità di una ‘Signorina buonasera'.

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Per fortuna, si diceva, che avrebbe avuto un format tutto suo dove potersi sbizzarrire e tornare ad essere il Tommaso Zorzi del web. Quello che ha convinto milioni di telespettatori a proclamarlo vincitore del GFVIP, con la tacita promessa di svecchiare una rete che propone da anni gli stessi volti, gli stessi format, gli stessi dibattiti apparentemente nazional popolari, ma che non lo sono affatto. L'intento del Punto Z in versione estesa però (quello in onda ogni mercoledì su MediasetPlay), non era chiara all'inizio e lo è ancora meno adesso, a poche puntate dalla fine. Sessanta minuti di Tommaso Zorzi spalmato sul green screen a tema spiaggia delle Honduras, mentre commenta senza alcun apparente interesse le vicende del reality, mentre la testa è ancora al GFVip, in ricordo della gloria che fu.

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Tant'è che nello studiolo di Cologno Monzese Zorzi ha ospitato quasi esclusivamente gli ex compagni di avventura che hanno fatto da trampolino al suo successo. Dal fraterno Oppini a Zelletta, passando per Stefania Orlando, la coppia Zenga – Cannavò e persino Giulia Salemi, con la quale si era lasciato malissimo, ma che almeno aveva il pretesto di mamma Fariba concorrente all'Isola. I sessanta minuti sembrano interminabili. Non c'è un ritmo, le interviste non raccontano nulla di nuovo e a Zorzi, schiacciato sulla finta spiaggia tropicale, resta l'ultima carta simpatia da giocarsi in chiusura, con il suo: "Indovina quanti piselli ho nel barattolo". Sì, l'ironia a sfondo sessuale di Tommaso funziona e così, dopo averci portato sotto le lenzuola di Andrea Zelletta e Natalia Paragoni con tanto di rivelazioni hot, Zorzi punta più in alto e telefona a Rocco Siffredi.

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L'intervista al maestro di film luci rosse è una carrellata di volgarità. "Ti vedrei bene in un porno, tu sei un ragazzo libero", lo incoraggia Siffredi. Tommaso cavalca l'onda dell'entusiasmo e si lascia andare ad ogni battuta che la tv da tempo non gli concede: "Abbiamo una cosa in comune, un grande ca**o". L'occasione poteva essere quella giusta per parlare di sesso in maniera libera ma ragionata, scardinando paradossali tabù che non hanno più senso di esistere nei media. E invece: "Sfatiamo il mito del ca**o grosso". E dà il via a Siffredi per sciorinare la sua competenza sul tema, con argomentazioni che lasciano nel disagio più totale lo stesso Zorzi: "Alle ragazze dico: non imitate le porno star, i ragazzi con poca esperienza pensano di potervi fare di tutto. Rischiano che in 4 o 5 facciano quello che oggi va molto di moda, il sesso violento. Poi tornano a casa, si pentono e succede il caos". 

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Giornalista professionista, bolognese classe 1994. Dopo il Master in Giornalismo, approdo nella redazione romana del Tg5. A Milano svolgo l'attività di reporter per l'agenzia video Alanews, mentre a Napoli entro a far parte della redazione di Fanpage.it, dove dal 2019 mi occupo di Spettacolo, seguendo le sfide dell'intrattenimento dalla tv alle nuove piattaforme digitali.
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