49 CONDIVISIONI

“Tango per la libertà”: la miniserie Rai con Preziosi, Rocio Munoz Morales e Anna Valle

Il 12 e il 13 gennaio, in onda su Raiuno la miniserie ispirata alla storia di Enrico Calamai, diplomatico italiano che negli anni ’70 riuscì a salvare circa 300 italo-argentini dal regime militare di Videla. Alessandro Preziosi il protagonista, l’ex Miss Italia Anna Valle e la compagna di Raoul Bova.
A cura di Andrea Parrella
49 CONDIVISIONI
Immagine

La fiction Rai continua a dare vita a storie amate profondamente dal pubblico. E se nelle ultime settimane, oltre a prodotti non esattamente in linea al target della rete, fiction come "Il Paradiso delle Signore" e "Don Matteo 10" hanno ottenuto risultati d'ascolto aldilà di ogni più rosea aspettativa, ci sono pochi dubbi in merito al fatto che "Tango per la Libertà", il nuovo film in due puntate per la tv, sia destinato ad un altro bagno di folla in termini di audience. Non fosse altro che per i protagonisti di questa nuova miniserie prodotta da Rai Fiction e Compagnia Leone Cinematografica, incentrata sulla vicenda di un italiano, il vice-console Enrico Calamai, capace di salvare negli anni Settanta 300 argentini dalla repressione di regime del governo militare argentino guidato dal generale Videla: Alessandro Preziosi, Rocio Munoz Morales e l'ex Miss Italia Anna Valle. Tre volti graditissimi al grande pubblico, protagonisti del film in due puntate in onda martedì 12 e mercoledì 13 dicembre su Raiuno, basato sul soggetto di Nicola Lusuardi e Francesco Scardamaglia, che hanno anche scritto la sceneggiatura con Eleonora Cimpanelli, Antonio Manca, Andrea Porporati ed Alberto Negrin, regista della miniserie

La trama di "Tango per la libertà"

La storia, tratta da un libro scritto proprio da Calamai dal titolo "Niente Asilo Politico", racconta le vicende del personaggio fittizio Marco Ferrari, interpretato da Preziosi, un vice-console che dopo essere stato spostato in Cile, nel 1976 si ritrova in Argentina, dove è in corso il regime militare di Jorge Rafael Videla (morto nel 2013), quando qualsiasi argentino si opponesse rischiava la tortura o il rapimento, per poi sparire nel nulla. Ferreri, a dispetto dell'assenza totale del governo italiano, che preferisce mantenere le distanze rispetto ad una presa di posizione, al fine di preservare i rapporti istituzionali con il governo argentino, decide di attuare un piano che gli permetta di far partire per l'Italia alcuni italo-argentini che gli chiedono aiuto. Lo fa grazie all'aiuto di Diego Madero (interpretato da Giorgio Marchesi), un amico conosciuto ai tempi dell'università, insieme al quale riesce a nascondere alcune di queste persone in ambasciata, falsificarne documenti e passaporti e comprare loro biglietti per tornare in Italia. Tra le percone pronte a scappare in Italia Ferreri conosce anche la famosa cantante e ballerina di tango Anna Ribeiro (Rocio Munoz Morales), in cerca della sorella incinta, ma Anna viene rapita dai militari. Carmen Espinosa (Anna Valle), invece, in passato, ha avuto una relazione con Ferreri, ma ora è sposata ad un militare che si rivela essere un uomo duro e violento. Il protagonista, quindi, si ritrova a dover aiutare le persone a lui vicine cercando di salvare innocenti e diventando così la loro unica possibilità di fuga.

Il regime militare argentino e i desaparecidos

Il regime videlista durò circa dal 1976 al 1983 circa, anni durante i quali le libertà civili e politiche del popolo argentino furono drasticamente ridimensionate, fino al punto da essere soppresse. Jorge Rafael Videla era soprannominato "Hitler della Pampa", il che rende in parte l'idea del suo temperamento e del suo orientamento politico. Il fenomeno che maggiormente identifica e caratterizza questi tristi anni è certamente quello dei "desaparecidos". Come detto infatti, il regime militare argentino di Videla catturava e torturava i dissidenti, indipendentemente dall'età e dall'estrazione sociale. Imprigionati, diventavano vittime di atroci torture e un numero cospicuo di essi, 30.000 persone, non hanno mai fatto ritorno a casa. Circa 3.000 tra questi, grazie anche alle testimonianze emerse dopo la caduta del regime, venivano gettate nell'Atlantico o nel Rio de la Plata durante i cosiddetti voli della morte (ecco una lista di film utili a non dimenticare i desaparecidos). In difesa dei diritti civili e in nome della morte dei loro figli, le madri dei desaparecidos hanno dato vita all'associazione "Asociación Madres de Plaza de Mayo" (madri di Plaza de Mayo), divenuta famosa in tutto il mondo.

49 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views