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Storia di Carla Fracci, il marito Menegatti: “Morì tra le braccia del figlio, mi manca violentemente”

Beppe Menegatti racconta a Fanpage.it la storia di Carla Fracci. Il regista che sposò l’étoile nel 1964, ripercorre le tappe salienti del loro amore, rivolgendo alla moglie una dedica che restituisce l’eternità del loro sentimento. Poi traccia un ritratto inedito di quella donna eterea e “piena di grazia”, che morì tra le braccia del figlio Francesco.
A cura di Daniela Seclì
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Carla racconta la storia vera di Carla Fracci. L'étoile collaborò alla realizzazione del film, in onda domenica 5 dicembre su Rai1, che celebra la sua carriera e la sua riservatissima vita privata. Il marito della ballerina, il regista Beppe Menegatti, racconta a Fanpage.it la loro lunga storia d'amore, consacrata con il matrimonio nel 1964 e, cinque anni più tardi, con la nascita del figlio Francesco. Il Maestro traccia un ritratto inedito di quella donna eterea che tutti riconoscono come "la prima ballerina assoluta".

Maestro Menegatti come sta?

Così, così. Pieno di tante cose e vuoto di tante altre.

Rai1 celebra la divina Carla Fracci, l'étoile eterea, inarrivabile nella grazia e nel talento. Ma com'era nel privato?

Una persona molto positiva, rispettosa dei sentimenti altrui, affettuosa e impegnata negli affetti familiari. Specialmente nell'ultima parte della sua vita, voleva bene con tutte le sue forze ai suoi nipoti. E debbo dire, ha avuto sempre grande riguardo sentimentale per tutti i giovani che la circondavano.

Ricorda il vostro primo incontro?

Sì, era il primo giorno che lavoravo alla Scala con quell'uomo immenso e straordinario che è Luchino Visconti, per un balletto tratto da una novella di Thomas Mann, Mario e il mago, un capolavoro immortale. In quell'occasione, incontrai Carla. La signorina De Nobili, un genio della scena, scenografa e costumista eccellente, si avviò per entrare in sala prove. Nel momento in cui varcò la porta disse: "Signor Luchino" e lui "Dica Lila", "Non potrebbe essere questa signorina la protagonista?". Indicò alla sua destra, una ragazza seduta per terra che rammendava un paio di calze rosse di lana, quelle che si mettono sopra la calzamaglia. Tutti si voltarono verso questa ragazza seduta per terra ed era Carla Fracci.

Cosa la colpì di Carla Fracci tanto da farla innamorare?

La grazia squisita di questa creatura, il senso di appartenenza popolare meraviglioso che distingueva il suo fascino, la pulizia poetica del gesto, tante, tante, tante cose, che mi hanno fatto sentire legato a questa creatura piena di grazia. Ecco sì, era piena di grazia.

Nel 1964 siete diventati marito e moglie.

Il matrimonio avvenne in una cittadina in provincia di Cremona, Volongo. Io in quel momento dirigevo la Compagnia di Prosa del Teatro di Firenze e vennero tanti, tanti attori della compagnia. Tutti vollero festeggiare Carla e naturalmente me.

Carla Fracci e il marito Beppe Menegatti nel 1970
Carla Fracci e il marito Beppe Menegatti nel 1970

Che moglie è stata Carla Fracci?

Squisitamente femminile, con pregi, difetti e la virtù di chi sa comporre una famiglia. Ci ha tenuti tutti insieme, ispirandoci con la sua umanità. Non era gelosa di me. Si fidava, perché si condividevano morali e interessi. E poi sa che cosa? L'origine popolare aiuta a stabilire questi rapporti di grazia solidi e continuativi. Doti che si riscontrano anche in questi due meravigliosi nipoti, che ormai hanno 14 e 15 anni e si comportano come delle persone gentilmente, amorosamente serie.

È vero che quando lavoravate insieme, lei era particolarmente severo con la signora Fracci?

Sa quando si lavora insieme, a qualsiasi livello, la collaborazione è un discorso di affetti corrisposti, ma anche di tentativi di correzione dei difetti.

Nel 1969 è nato Francesco. Immagino sia stato un momento molto felice per voi.

Molto, molto, molto. Francesco in effetti sarebbe dovuto nascere negli Stati Uniti, dove Carla aveva un grande, meraviglioso contratto di prim'ordine con la maggiore compagnia di balletto del mondo, l'American Ballet Theatre. Stava per partire, ma all'inizio dell'ottavo mese di gravidanza, ci fu il primo segno che evidentemente Francesco voleva nascere milanese. Allora, nacque di otto mesi, anziché di nove mesi.

Vostro figlio Francesco fa l'architetto, non ha seguito le vostre orme.

No. Proprio in questi giorni sono arrivate tre lettere straordinarie di allievi di Francesco, che fanno gli architetti. Lui tiene delle lezioni molto importanti al Politecnico di Milano, si alterna tra gli impegni romani e queste lezioni. Queste presenze milanesi di Francesco, suscitavano grande orgoglio in Carla, perché il Politecnico è sempre il Politecnico.

Beppe Menegatti con il figlio Francesco e il nipote Ariele
Beppe Menegatti con il figlio Francesco e il nipote Ariele

La signora Fracci mise da parte la carriera per un po’ per diventare mamma.

Vede, è stato un passaggio. Carla ha lavorato fino al quinto o addirittura al sesto mese di gravidanza. Le ultime recite vere, sono state fatte in uno spettacolo estivo a Milano e il pezzo che danzò Carla, su una musica stupenda di Albinoni, si chiamava "L'attesa": un corpo di ballo femminile, l'ideazione mia e la collaborazione dello straordinario coreografo Mario Pistoni. Questo fu fatto quasi al sesto mese di gravidanza.

Un anno dopo la nascita di Francesco, Carla Fracci tornò a ballare. Era raro che una ballerina riuscisse a tornare a quei livelli di eccellenza dopo una gravidanza.

Sì, è vero, è vero. Alle danzatrici che si trovano in condizioni di diventare mamme consiglio di avere un comportamento come quello di Carla. Senza rinunciare a niente, ma fare tutto con grande discrezione e con un sentimento d'amore.

Il vostro è stato un matrimonio lunghissimo e senza grandi crisi. Qual è il segreto?

Volersi bene semplicemente.

Il 27 maggio 2021, Carla Fracci ci ha lasciato. 

In questo momento, sono nella casa milanese dove lei se n'è andata. Se n'è andata proprio fra le braccia dell'affetto più importante della sua vita, che era suo figlio Francesco.

In che modo sua moglie è ancora presente nella sua quotidianità?

È presente perché sono state conservate tante cose che la ricordano continuamente. E poi vive in questo amore straordinario che ha tenuto insieme la famiglia. Intenda bene, non in senso bacchettone, ma nel senso dei veri sentimenti e delle critiche che ci hanno sempre migliorato reciprocamente.

Rai1 celebra Carla Fracci nel film Carla
Rai1 celebra Carla Fracci nel film Carla

Le capita mai di sognarla?

Mi capita continuamente e questo mi consola ma, contemporaneamente, mi dà un grande dolore. Sento molto la sua mancanza, perché vivevamo in simbiosi. Era vita e lavoro insieme, ma anche quell'amicizia straordinaria di cui sono capaci le persone come Carla, che hanno delle qualità sentimentali così rare. A volte preferisco non dormire, per non sognarla perché il senso di mancanza è tanto. È un tassello della vita che se n'è andato, lasciando un vuoto incolmabile. Questi giorni sono il momento in cui sento e vivo la sua assenza più violentemente.

Qual è la lezione principale che Carla Fracci ha lasciato alle nuove generazioni?

Oserei dire il senso del lavoro, del lavoro fatto con amore e nella maniera più ordinata e seria possibile.

Ritiene che esista una sua erede?

Eredi ce ne sono tante, ci sono tante persone che hanno la buona volontà. Poi c'è questa parola emblematica, il fato, il destino che decide, senza nessuna presunzione.

Avete scelto Alessandra Mastronardi per interpretare Carla.

Alessandra Mastronardi è un'attrice deliziosa, che lavora con tanto amore e nessuna spocchia.

Vuole aggiungere altro al ricordo di sua moglie?

Sì, che le voglio ancora un bene immutato. Che tutto è nato da quello sguardo di tanti, tanti, tanti anni fa e che quello sguardo è ancora presente e indica un futuro dove il bene non muterà mai.

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