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Stefano De Martino spiega perché ha lasciato la danza: “Diciamolo, non ero straordinario”

Da tempo ha lasciato la carriera di ballerino per intraprendere con fortuna quella di conduttore. “Non avevo la grazia di un’étoile. Siamo onesti: se avessi smesso all’improvviso non se ne sarebbe accorto nessuno”. Il suo esempio resta Maria De Filippi: “Fatica, ma vive senza fatica perché affronta il suo mestiere con divertimento e passione”.
A cura di Valeria Morini
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"Napoletano, classe 89, conduttore meno famoso di Pippo Baudo, ballerino meno famoso di Roberto Bolle, compagno meno famoso delle sue ex", scrive con autoironia Stefano De Martino sulla sua bio su Instagram. In una lunga intervista concessa su Vanity Fair si pone con la medesima consapevolezza, ammettendo di aver lasciato la danza perché le sue doti di ballerino non erano eccelse. In effetti, ha trovato la sua dimensione nella conduzione televisiva.

Non ero straordinario e non avevo la grazia di un’étoile. Avevo la professionalità e tenevo tra le dita il mestiere, ma siamo onesti e diciamo la verità: se avessi smesso all’improvviso non se ne sarebbe accorto nessuno.

Stefano De Martino da ballerino a conduttore

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Glielo disse anche Alessandra Celentano, del resto, in uno dei loro bonari scontri nell'ultima edizione di Amici in cui De Martino era in giuria: "Meno male che hai intrapreso un’altra carriera”. Il napoletano si è comunque preso le sue soddisfazioni nel mondo della danza, con una popolarità che è cresciuta anno dopo anno, certamente trainata dalla lunga relazione con Belen Rodriguez. Primo classificato tra i ballerini ad Amici 9, quindi professionista per diversi anni nel talent di Maria De Filippi (in cui è stato anche conduttore del daytime e, per l'appunto, giudice). Poi, l'approdo al mondo della tv tout court, dal ruolo di inviato all'Isola dei Famosi alla consacrazione su Rai2, che l'ha voluto in Made in Sud, Stasera tutto è possibile e nello speciale per i 60 anni della rete. Farà pure cinema, con un piccolo ruolo in un film.

Nel mio percorso c’è stato sacrificio, desiderio di arrivare a ogni costo e una fame di riuscita che rappresentava un riscatto sociale. Una cosa mi è chiara: il punto non è arrivare a un obiettivo, ma come ci si arriva. Venivo da un’estrazione teatrale e mi sono ritrovato in tv dovendo scardinare, io per primo, un pregiudizio che come tutti i pregiudizi è superficiale e sciocco. Sono diventato noto, ma non famoso anche perché ormai la notorietà te la regalano. Mi interessa la creatività, la scrittura dei programmi. Il processo di costruzione di cui produzione e conduzione sono soltanto gli ultimi passi. Forse i più meccanici dell’intera maratona. È un percorso che ho scelto di intraprendere in modo molto personale e che non so ancora dove mi porterà.

L'esempio di Maria De Filippi

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La sua prima mentore, ovviamente, è stata Maria De Filippi, che ancora oggi per lui è un esempio. Ecco com'è la conduttrice dietro le quinte: "Una persona che quando lavora sacrifica ogni altro aspetto della propria vita. Perfezionista fino alla maniacalità, ma sempre estremamente vera e naturale che risponda al telefono, beva un caffè o conduca. Fatica, ma vive senza fatica perché affronta il suo mestiere con divertimento e passione. È il suo segreto, gliel’ho rubato e ambisco a fare la stessa cosa".

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