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Doc - Nelle tue mani

Sì, il successo di “Doc – Nelle tue mani” è dovuto anche al coronavirus

Una serie con ascolti record che non può essere separata dal contesto storico in cui va in onda. Tra i segreti del successo di “Doc – Nelle tue mani” c’è un sottotesto che dice che i medici italiani sono bravi, sanno prevedere i problemi e non hanno nulla da invidiare agli altri. Un messaggio che è valido in tempi di pace e lo è ancora di più durante l’emergenza sanitaria.
A cura di Andrea Parrella
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Pochi prodotti Tv sono riusciti a catturare l'attenzione del pubblico come sta riuscendo a fare "Doc – Nelle tue mani". Gli ascolti registrati dalla serie con Luca Argentero, medie di spettatori oltre gli 8 milioni e share sopra il 30% trovano pochi termini di paragone, che obbligano gli esperti e gli appassionati di dati Auditel a chiamare in causa titoli come Il Commissario Montalbano e Don Matteo. Un successo addirittura superiore a quello de L'Amica Geniale, considerata l'operazione più ambiziosa e di maggior respiro internazionale di Rai1 degli ultimi anni.

Successo che arriva in un periodo molto particolare, in piena emergenza coronavirus, e che ha sollevato le domande di molti proprio in merito all'incidenza del contesto da isolamento sugli ascolti della serie. Se inizialmente si credeva che l'emergenza sanitaria potesse pesare negativamente su "Doc", visto il contesto medico e quindi una presunta indisponibilità del pubblico a storie correlate a un ambiente su cui si concentra il racconto quotidiano dei telegiornali italiani, il risultato sembra essere assolutamente opposto. Anziché inibire il pubblico, il coronavirus sembra aver ingigantito la platea della serie.

Perché Doc è una novità per il pubblico italiano

Insomma la domanda resta: il successo di "Doc – nelle tue mani" senza coronavirus sarebbe stato lo stesso? Un interrogativo al quale è complicato rispondere, perché impossibile è discostare il prodotto dal contesto storico in cui va in onda. Di base c'è il prodotto, una serie ispirata a una storia vera molto potente, che porta il pubblico dentro alle vicende dei singoli personaggi ed è costruita con sapienza, contando su un effetto novità di cui avevamo già parlato. Il pubblico di Rai1 non era abituato a un racconto di questo genere, immerso in una realtà ospedaliera e caratterizzato da un dinamismo e uno stile moderno vicino a prodotti americani, in particolare il recente The Good Doctor. Oggettivamente tutti questi fattori non si erano mai aggregati in combinazione unica in un prodotto italiano ed anche il cast è calibrato in modo da risultare attraente e credibile per un prodotto di genere che ha l'ambizione di essere popolare.

L'importanza dei medici nell'era Covid

La serie parte da una vicenda personale complessa e anomala, che rende "speciale" il protagonista, e da questo centro si muovono tutte le storie laterali, in un contesto medico esaltato dalla cura dei dettagli, estetica e nei dialoghi, che rende accattivante il contesto ospedaliero italiano e ce lo restituisce in una modalità attraente, idealizzando i nostri medici. E questo sottotesto non è da sottovalutare, perché nell'era Covid19 è un valore, vista la centralità della classe medica nel discorso pubblico attuale. Ci dice che i medici italiani sono bravi, non hanno nulla da invidiare a quello degli altri paesi, salvano vite e sanno prevedere i problemi prima che ci arrivino le istituzioni. Li rende fondamentali, senza spogliarli della loro umanità. Il messaggio, valido in tempi di pace, si amplifica in questi tempi di guerra. Se vogliamo trovare una connessione tra Doc e l'era coronavirus, eccola servita. È una casualità assoluta, che salva gli autori e la produzione da qualsiasi critica sull'opportunismo, ma che spiega in parte il riscontro plebiscitario di questa serie.

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