Santoro ad Annozero: sono ancora a disposizione della Rai
Nell‘ultima puntata di Annozero, Michele Santoro ha dato vita ad un lungo monologo ( 11 minuti interamente occupati dal conduttore) con schema circolare: è partito dal rivolgersi a Garimberti, presidente della tv pubblica, ed ha concluso con una domanda esplicita, sempre rivolta al vertice Rai. Santoro ha voluto raccontare la storia di coloro che, in passato, si vantavano di lavorare per la tv pubblica: addetti alle luci, macchinisti, tecnici di studio e chi più ne ha più ne metta, tutti a servizio della Rai migliore.
Dopo la telefonata di Celentano alla Rai, il cantante ha espresso il suo apprezzamento per i collaboratori di Annozero, tra cui un uomo degli appalti (quindi dipendente saltuario dell'azienda), anch'egli fiero di lavorare per la Rai: "anche Celentano è la Rai, ma c'è qualcuno che gli impedisce di fare un programma per la rete, da 5 anni", con chiari riferimenti ai vertici aziendali del periodo menzionato. Questa lunga introduzione arriva al punto: Santoro ci tiene a sottolineare di essere un giornalista Rai, di aver conquistato la sua posizione con la dignità del suo lavoro e di aver fatto tesoro dei sacrifici del padre, macchinista delle ferrovie, che gli ha assicurato le basi per il suo futuro.
Quel futuro è ora il suo presente e Annozero è l'orgoglio suo e delle casse Rai, rimpinguate dai consistenti contributi degli sponsor del programma: quegli stessi soldi, però, sono stati utilizzati per la lotta giudiziaria a Santoro, che per la tv pubblica è andato avanti solo grazie alla vittoria del ricorso contro la Rai. Il rapporto tra Santoro e tv pubblica, ha visto il conduttore bersaglio dapprima di circolari e richiami,interni alla rete, e per ultimo quello dell'Agcom, politicizzato per Santoro, il che rappresenta una vergogna per il conduttore.
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Le parole del conduttore nascondono una dichiarazione di amore e fedeltà al servizio della Rai e qualora la sua collaborazione, ormai trentennale, con la tv pubblica finisca qua, una cosa lo rincuora" L'anno zero è finito in Italia", a voler dire che il popolo ha smesso di guardare ed ha dato il via ad un nuovo inizio.