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Festival di Sanremo 2020

Sanremo, Rula Jebreal donerà metà del suo compenso a una donna stuprata dall’Isis

La giornalista e ambasciatrice per i diritti umani è intervenuta alla conferenza stampa del Festival dove ha fatto sapere che dividerà il suo cachet del Festival con Nadia Murad, attivista irachena rapita e stuprata dai militanti dell’Isis. Rula non ha voluto parlare di cifre, ma ha sottolineato l’importanza di superare le differenze di genere nei salari. A chi ha chiesto che ci fosse un contraddittorio al suo intervento risponde: “Significa che vogliamo sul palco un uomo che stupra le donne? La violenza è un tema di tutti”.
A cura di Giulia Turco
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C'è grande attesa attorno alla figura di Rula Jebreal al Festival di Sanremo. È ormai noto che la giornalista e scrittrice israeliana porterà in scena un monologo che ruota attorno alla violenza sulle donne, un tema particolarmente caro a lei, attivista per i diritti umani, che durante la conferenza stampa di questa mattina ha annunciato di voler dividere il suo compenso con Nadia Murad, attivista irachena, rapita e stuprata dall'Isis.

Chi è Nadia Murad che riceverà metà del compenso

Quella di Nadia è una storia forte, difficile, soprattutto perché vissuta sulla pelle di una ragazza di 21 anni, resa schiava a Mosul dai militanti del sedicente Stato Islamico che uccisero, fra centinaia di uomini, anche sei dei suoi fratelli. Nadia Murad riuscì a fuggire e a trovare rifugio prima in Iraq poi in Germania; dal 2016 è "Ambasciatrice di buona volontà" delle Nazioni Unite e nel 2018 ha ricevuto, assieme a Denis Mukwege, il Premio Nobel per la pace.

La polemica di Rula sui cachet

Fino a qualche settimana fa si parlava di cifre attorno ai 25mila euro. Oggi davanti ai giornalisti della sala stampa di Sanremo la co conduttrice ha smentito di aver chiesto un cachet così alto e, senza parlare di numeri, ha sottolineato che il vero tema è capire perché ancora esiste differenza nei salari tra uomini e donne.

Il vero tema è capire perché nel 2020 le donne vengono ancora pagate il 25% in meno rispetto agli uomini che fanno il loro stesso lavoro.

E ha aggiunto:

Ancora prima della trattativa con Rai il mio compenso era già sulla vostra stampa: anche questo dovremmo chiederci, perché si usa la stampa per portare avanti numeri non ancora accertati.

La violenza è un tema apartitico

La giornalista italo israeliana si è detta felice di partecipare al Festival, per parlare di un'emergenza sia nazionale che internazionale:

Mentre ne parlo molte donne in Italia e nel mondo subiscono violenze, vengono messe in prigione per la richiesta del diritto di voto, c'è una ragazza di 28 anni, Loujain, torturata perché ha chiesto di guidare la macchina.

Rula Jebreal ha sottolineato che quello della violenza sulle donne è un tema apartitico, che dovrebbe essere affrontato da tutti in maniera indistinta. A chi, come Giorgia Meloni, aveva chiesto che sul palco ci fosse un contraddittorio al suo intervento, ha risposto:

Io parlo contro la violenza, quindi che significa, che vogliamo sul palco un uomo che stupra le donne? I personaggi che chiedono un contraddittorio non vedono un problema logico. La violenza non  è un tema di destra, o di Rula, è un tema di uomini, di tutti.

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