“Romanzo siciliano”, la nuova storia di mafia con Claudia Pandolfi e Fabrizio Bentivoglio
Manca solo una settimana a Romanzo siciliano, la fiction in otto puntate che andrà in onda su Canale 5 da lunedì 16 maggio. Diretta da Lucio Pellegrini e prodotta da Taodue, la nuova serie targata Mediaset vedrà Claudia Pandolfi e Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di protagonisti. La storia, ambientata a Siracusa, racconta le indagini del colonnello dei carabinieri Sergio Spada che, insieme al pubblico ministero Emma La Torre, è alla ricerca del boss Salvo Buscemi. Responsabile di alcuni stragi, quest'ultimo è latitante da vent'anni: persino le forze dell'ordine non ne conoscono né l'identità né il volto, trasformato in seguito a una plastica facciale. Un'altra storia di mafia, dunque, distribuita sulle reti nazionali a poca distanza da Felicia Impastato della Rai e dall'anniversario della scomparsa di suo figlio Peppino. "Non ci stancheremo mai di toccare temi come la mafia – ha dichiarato la Pandolfi in un'intervista a Tv Sorrisi e Canzoni -. Le persone vogliono vedere vincere i buoni. Abbiamo bisogno di essere rassicurati". Nel cast anche Filippo Nigro, Ninni Bruschetta, Paolo Calabresi e Alessio Vassallo.
Il cast e la trama di Romanzo siciliano
Fabrizio Bentivoglio e Claudia Pandolfi per la prima volta insieme sul piccolo schermo nella fiction Romanzo siciliano. Al timone della serie Lucio Pellegrini che, nella splendida cornice siracusana, ha scelto di girare una nuova appassionante storia di mafia. Protagonisti delle puntate Sergio Spada e Emma La Torre, rispettivamente Tenente Colonnello a capo dei Carabinieri della città e pubblico ministero, appena giunto sul posto. Al centro delle indagini la ricerca del boss Salvo Buscemi, latitante da vent'anni e impossibile da riconoscere, a causa del suo cambio d'identità e di una plastica facciale che ne ha modificato completamente i connotati. Sergio vuole portare a termine la sua missione ad ogni costo: vedovo per colpa di un incidente, si ritrova a crescere da solo la figlia Nora, rimasta gravemente coinvolta in una strage messa in atto dal mafioso Buscemi proprio davanti al suo liceo. In seguito a questo tragico episodio, il pm La Torre sbarca a Siracusa per collaborare alle indagini con i Carabinieri. Ben presto il suo rapporto con il Tenente Colonnello Spada sfocerà in qualcosa di più, mettendo a dura prova il bagaglio emotivo di quest'ultimo.
Oltre ai due protagonisti, Romanzo siciliano vanta la presenza di un cast d'eccezione. Filippo Nigro, Ninni Bruschetta, Paolo Calabresi e Alessio Vassallo, infatti, sono soltanto alcuni degli attori che hanno prestato il loro volto alla nuova serie targata Taodue. Il primo è Ettore Neri, un Carabiniere guidato da Spada nel caso Buscemi che, nel corso delle puntate, verrà a conoscenza di un segreto sulle sue origini siciliane. Ninni Bruschetta è il boss mafioso intorno al quale si dipana l'intera vicenda. Calabresi e Vassallo, invece, sono rispettivamente Marco Fusi, procuratore di Siracusa, e Salvatore Rizzo, personaggio ambiguo e annoverato tra i cattivi.
La fiction italiana e il tema della mafia
Romanzo siciliano è solo l'ultima fiction di una stagione televisiva caratterizzata da uno stesso fil rouge, legato alla lotta alla criminalità organizzata e all'affermazione della giustizia. Da Sotto copertura a Lea, fino ad arrivare a Questo è il mio paese e al più recente Felicia Impastato, infatti, il piccolo schermo è stato ricco di produzioni, sia Rai che Mediaset, volte ad avvicinare i telespettatori a una realtà storica del nostro Paese che è ancora dura a morire. Esercitare la memoria per non dimenticare: solo così potrà rimanere vivido il ricordo di chi, da innocente, ha perso la vita per mano delle mafie.
La nuova fiction Mediaset, però, non parla soltanto di questo. Come lo stesso Fabrizio Bentivoglio ha affermato in un'intervista rilasciata per Tv Sorrisi e Canzoni, "la novità che abbiamo introdotto è stata quella di portare più umanità nei personaggi. Questo tipo di serie serve a ricordarci che siamo circondati dalla mafia, ci conviviamo e resta un problema sanguinoso". Dello stesso parere è la Pandolfi, che ha dichiarato: "Ho sentito recentemente che qualcuno cerca di sminuire il problema ma non si può lasciar passare il messaggio che queste cose non esistano".