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Festival di Sanremo 2020

Roberto Benigni provoca Matteo Salvini: “Quest’anno a Sanremo si può votare anche al citofono”

Roberto Benigni, ospite d’eccezione della terza serata del Festival di Sanremo 2020, non si è risparmiato sulle battute prima di esibirsi nel Cantico dei cantici e ha lanciato una stoccata anche a Matteo Salvini: “Non solo televoto, giuria demoscopica, giuria sala stampa, giuria dell’orchestra, quest’anno al festival di Sanremo si può votare anche via citofono…In via Matteotti c’è uno che canta”.
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Roberto Benigni ospite d'eccezione della terza serata del Festival di Sanremo 2020. Nove anni fa arrivò in sella a un cavallo bianco e stavolta ha sfilato fuori il teatro Ariston, scortato dalla banda musicale di Sanremo "Canta e sciuscia". All'ingresso del teatro è stato accolto dal conduttore e direttore artistico Amadeus e quindi accompagnato in platea, dove ad aspettarlo c'era un'intera platea in piedi, presi dal desiderio irrefrenabile di dedicargli una standing ovation in pieno stile sanremese.

La sua presenza al Festival avrebbe dovuto prevedere solo un'iniziale scambio di battute con Amadeus e una lectio magistralis sull'amore, una delle sue tante analisi incentrate sul sentimento che pervade le grandi opere della letteratura italiana, come la Divina Commedia, che ormai è diventata una parte fondamentale del suo curriculum televisivo. La scelta stavolta è ricaduta sulla ‘canzone più bella di sempre', Il cantico dei cantici contenuto nella Bibbia. Un'esibizione valorizzata a tratti dalla sua cifra comica e dalla tendenza ad attualizzare alcuni passaggi per renderli fruibili a un pubblico più vasto possibile.

Prima di esibirsi in questa lettura, Roberto Benigni ha però lanciato un'ironica stoccata a Matteo Salvini: "Non solo televoto, giuria demoscopica, giuria sala stampa, giuria dell'orchestra, quest'anno al festival di Sanremo si può votare anche via citofono…In via Matteotti c'è uno che canta". Il riferimento era chiaramente legato allo spiacevole episodio che ha visto protagonista Matteo Salvini che, sotto campagna elettorale, era andato a citofonare a casa di una famiglia tunisina, in diretta Facebook, dopo la segnalazione della presenza di un presunto spacciatore all'interno del nucleo. Il 17enne, intervistato a seguito della visita improvvisa, si è detto costernato perché da quel momento tutti hanno iniziato a chiamarlo "Yaya lo spacciatore".

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