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Reggiani: “Non sono come Stefano, mai avuto “Una Grande Famiglia”

L’attore Primo Reggiani si è raccontato alla rivista “Nuovo”, parlando delle difficoltà incontrate nell’interpretare il ruolo di Stefano Rengoni e di quanto questa fiction gli abbia insegnato il valore della famiglia.
A cura di Daniela Seclì
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Intervistato dal settimanale "Nuovo", Primo Reggiani ha parlato della sua vita familiare e di quanto questa sia diversa da quella della famiglia Rengoni, che mette in scena sul piccolo schermo. Nella serie tv "Una grande famiglia", l'attore interpreta il ruolo di Stefano, ultimo di cinque figli. Reggiani ha spiegato che la sua situazione è ben diversa:

"Sono figlio unico e, dopo la separazione dei miei, sono cresciuto con mia madre, che è un’attrice. Ma lei, per motivi di lavoro, a casa non c’era quasi mai. Per questo, quando mi hanno proposto di fare la fiction, non capivo certe dinamiche e, per la prima volta, mi sono reso conto di quello che mi è mancato: il valore di una famiglia"

Torna, poi, a parlare della scomparsa di suo padre, l'attore Aldo Reggiani, avvenuta alla fine di settembre.

"Non è stato facile e il lavoro mi ha aiutato ad affrontare meglio il dolore per la perdita di papà. Ma adesso mi prenderò qualche mese da dedicare a me stesso. Il rapporto con mio padre è stato bellissimo. Anche se oggi, con internet, la vita di noi attori non ha segreti, sia dal punto di vista professionale sia da quello privato, per fortuna il rapporto con mio padre Aldo è esclusivamente mio, è qualcosa che fa parte solo della mia memoria di figlio"

Ha raccontato, infine, che tipo di figlio è stato spaziando dal periodo punk all'uso di droghe. È qualcosa che ormai appartiene totalmente al passato e che per l'attore era un mezzo tramite il quale attirare l'attenzione dei genitori.

"Sono stato un figlio piuttosto impegnativo e molto curioso. Ho passato un periodo punk, dove giravo con l’orecchino e ho provato anche la droga. Per fortuna, oggi, sono ancora qui a raccontare quei momenti che ormai appartengono al passato. Era un modo per attirare l’attenzione dei miei genitori, che erano troppo presi dai loro impegni e non c’erano mai"

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