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Rai 2 compie 53 anni, da Arbore a Guzzanti, fino a Pechino Express

Il 4 novembre del ’61 Mina annunciava la nascita del Secondo Programma, con l’ambizione di uno sguardo alternativo sul mondo. Obiettivo raggiunto a tratti, ottima negli anni ’90, oggi Rai2 cerca la sua identità.
A cura di Andrea Parrella
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Il 1961 un anno rigoglioso per la televisione italiana, che come sempre oggi si guarda con occhi colmi di ammirazione. Naturalmente la Rai deteneva il monopolio dell'oggetto e del concetto televisivo e, mentre Mina inaugurava il quinquennio di Studio Uno, il varietà ideato da Antonello Falqui innovativo regno del Dadaumpa; mentre il piccolo schermo festeggiava il centenario dell'Unità d'Italia con dirette dedicate e speciali giornalistici; mentre il programma dell'anno era "L'amico del giaguaro", lo spettacolo musicale condotto da Corrado; e mentre il 12 aprile veniva trasmesso in diretta il primo volo nello spazio ad opera del russoJjurij Gagarin a bordo della navicella Vostok. Mentre tutto questo accadeva, il 4 novembre apriva i battenti  il Secondo Programma, diventato nel corso degli anni l'odierna Rai2.

Per noi, cittadini del monoscopio, sudditi delle antenne iscritti nei ruoli del teleschermo, questo è un grande giorno. Da pochi minuti, sui palazzi di Via Teulada, una mano a 17 pollici ha esposto un nastro bianco. E poi lo sapete tutti: è nato il secondo canale. Volete vedere il neonato? Shhhh fate piano, è così piccolo, però il dottore dice che verrà su molto bene.

Con queste parole e con la sua grazia proverbiale Mina inaugurò Rai2, invitando gli spettatori a trattarlo bene, dolcemente. Il Secondo Programma trasmise nei primi anni di vita unicamente nelle ore serali, in totale simbiosi con il Primo Programma ufficiale, incastrandosi con i suoi appuntamenti classici: un tg in onda subito dopo quello istituzionale, che concedeva agli spettatori di vedere Carosello. "1915-1918: la guerra e la vittoria",  questo il titolo della prima trasmissione, interamente dedicata alla prima guerra mondiale. Con quali propositi nacque il Secondo Programma? I critici televisivi del tempo puntarono l'attenzione sui principi di evoluzione e concentrazione sulla realtà, la necessità che la rete, a cominciare dal suo telegiornale, offrisse una visione più estesa, concentrata sul particolare, sull'approfondimento, in linea contigua col primo canale, ma non di esso schiavo. Nulla a che vedere con la concorrenza di oggi, ma il proposito di offrire uno sguardo differente. Come però risulta dagli stessi pareri del tempo, fu un tipo di logica applicata solo per alcuni mesi, visto che il canale, a cominciare proprio dall'informazione divenne quasi subito una propaggine e nulla più del primo canale, mera sintesi di quanto quest'ultimo già raccontasse.

Erano anni nei quali la lottizzazione partitica era di certo meno pressante, non essendo ancora subentrata la logica della spartizione delle reti, ancora di là da venire. Una logica di cui Rai2 è stata forse la vittima sacrificale, con una programmazione che, pur avendo come orizzonte fisso quello giovanile ed innovativo, ha visto più volte cambi di direzione proprio in base ad un'infelice ed instabile situazione politica, ovvero quella degli ultimi 25 anni. Rai2 è stata lo spazio dove Arbore ha inventato la sua tv, il terreno fertile per la direzione Freccero, ritenuta ancora oggi come una delle più illuminate della televisione italiana, che ha portato Corrado Guzzanti ai massimi livelli. Una parabola crescente cominciata a metà anni '90 che ha raggiunto i suoi picchi sul finire di quel decennio, per poi vivere di costante instabilità negli anni successivi e non solo per colpa degli avvicendamenti alla direzione.

Cos'è oggi Rai2? Da tempo il secondo canale cerca quella forza propulsiva smarrita, più che altro a causa di un madornale calo d'ascolti negli ultimi anni, dovuto alla di programmi cardine, di cui è esempio massimo Annozero di Michele Santoro, capace di risultati strabilianti e lascito morire su due piedi. Oggi Rai2 tenta di ricollocare stabilmente i suoi obiettivi perseguendo la strada giovanile e innovativa, per quanto sembri priva di un'identità definita: cerca un talk show serale di stampo politico, ma sembra che non siano più i tempi giusti per trovarlo; tenta di rendere più dinamico e innovativo il suo tg ed è alla disperata ricerca di una formula che riconduca la rete ad essere di nuovo protagonista dei pomeriggi degli italiani. Commette anche errori, come quello di sforzarsi a tenere in vita "Quelli Che il Calcio". L'esperimento più riuscito degli ultimi tempi sembra quello della valorizzazione di Pechino Express, l'adventure game nato senza troppe ambizioni, che invece si sta imponendo per le sue oggettive peculiarità.

Resta indubbio che il passato, recente o remoto, sia sempre era migliore di quella che si vive e che la nostalgia in questo senso giochi brutti scherzi nel dipingerci la Rai2 di un tempo come una chimera per quella odierna. E' altrettanto vero che immaginarsi una Rai2 differente con l'impostazione attuale dell'azienda sia altrettanto inverosimile. Ma noi, almeno nel giorno del suo compleanno, non possiamo che augurare alla rete di ritrovare quell'identità, smarrita, che per anni ha fatto sì fosse al centro dell'attenzione dei telespettatori italiani.

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