"Questa è Tv sciacalla", "In Italia c'è la Tv trash e alcune cose inguardabili, ma certi confini non li superiamo nemmeno noi", "Non c'è logica nel modo in cui la televisione russa stia agendo". Sono solo alcune delle frasi ascoltate nell'abituale momento talk de La Vita in Diretta (in fondo la puntata integrale, minuto 59), a margine di una puntata, quella del 6 aprile, interamente dedicata al caso di Olesya, la ragazza russa da giorni al centro del circo mediatico italiano perché capace di riaccendere un barlume di speranza sul ritrovamento di Denise Pipitone.
Si punta il dito contro l'atteggiamento di melina della Tv russa, con l'insistente rinvio di sviluppi su una storia che, al netto di risvolti possibili sul risultato del test del Dna della ragazza in cui non si può che sperare, con il passare delle ore prende sempre più le sembianze di un castello di sabbia destinato a sgretolarsi.
La Vita in Diretta e Pomeriggio Cinque, programmi fotocopia
È stato un pomeriggio emblematico delle logiche alle quali la televisione italiana è endemicamente e irrimediabilmente vincolata. Alternare la visione de La Vita in Diretta e Pomeriggio 5 tra le 16 e le 18 ha significato assistere al racconto del nulla, un susseguirsi di continui annunci di rinvio della registrazione del programma russo prevista in quelle stesse ore, foto del conduttore del programma russo con Olesya prese da Twitter e spacciate da Barbara D'Urso come esclusiva del programma, collegamenti con inviati in Russia e notizie vaghe che arrivavano dalla regia e venivano sviscerate in diretta, davanti alle telecamere, come ci si trovasse nei rispettivi salotti di casa senza avere davanti milioni di persone speranzose di avere qualcosa, un barlume per continuare a sperare nel ritrovamento di Denise dopo tanti anni. Due programmi fotocopia, costruiti interamente sulla vicenda Pipitone.
La manifestazione dei ristoratori passa inosservata
Il tutto mentre a Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati (ma anche in altre città d'Italia) andava in scena una prova tecnica di insurrezione con la manifestazione dei ristoratori contro le chiusure a causa delle restrizioni Covid. Una manifestazione animata da elementi di controversia, vista la presenza di certificata di gruppi di estrema destra, che proprio per questo motivo avrebbe meritato approfondimento e analisi. L'argomento, semplicemente, non è stato trattato, salvo che con brevi accenni o come note a latere dell'ormai abituale spazio dedicato ai numeri quotidiani del Covid.
Quello di questi giorni è un interessante caso di metatelevisione, in cui un sistema totalmente soggiogato ai risvolti di un dramma che negli anni ha contribuito ad alimentare, si attacca al traino della televisione russa, dissezionata e analizzata, infine screditata e accusata nel momento in cui annusa la possibilità di un raggiro.