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Polemica per lo spot con Enrica Bonaccorti sulle vittime di malasanità, la Rai lo blocca

Critiche accese per lo spot di “Obiettivo Risarcimento”, in cui la testimonial invita coloro i quali si percepiscano vittime di casi di malasanità, a contattare lo studio legale per ottenere un risarcimento economico. La polemica diventa anche politica e la Rai prende immediatamente provvedimenti, decidendo di sospendere lo spot per sottoporlo a una valutazione dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria.
A cura di Andrea Parrella
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Si è scatenato un dibattito piuttosto acceso, nelle ultime ore, che ha a che fare con uno spot televisivo di 30 secondi in cui la testimonial, Enrica Bonaccorti, invita coloro i quali si percepiscano vittime di casi di malasanità, a contattare uno studio legale per ottenere un risarcimento economico. "A tutti può capitare di sbagliare e, purtroppo, accade anche negli ospedali". Questo l'incipit che ha provocato una reazione molto polemica da parte di associazioni, sindacati e dalla Fnomceo, la federazione che raccoglie gli Ordini dei medici, che ha sollecitato le reti pubbliche a rivalutare l'opportunità di mandare in onda lo spot, in onda su canali televisivi Rai dal 26 dicembre al 5 gennaio prossimo, per un totale di 42 passaggi.

La Rai annuncia il blocco dello spot

Pressione che ha raggiunto il suo obiettivo, visto che dopo poche ore la Rai ha reso noto un comunicato stampa in cui motiva la decisione di bloccare lo spot: "La Rai sottoporrà all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) per una sua opportuna valutazione lo spot pubblicitario “Obiettivo Risarcimento”, in onda su canali televisivi Rai dal 26 dicembre al 5 gennaio prossimo, per un totale di 42 passaggi. In attesa dell’esito della valutazione, la Rai ha deciso di sospendere in via cautelativa la messa in onda del suddetto spot". 

Sindacati e politica contro lo spot

"Evitare che messaggi distorti, veicolati su canali pubblici, arrechino danno al servizio sanitario nazionale", così Filippo Anelli, presidente di Fnomceo, spiega le ragioni della protesta, che in poche ore si è estesa ai sindacati, con un intervento della Cisl medici, e ai banchi della politica. Dura la presa di posizione di alcuni esponenti del Partito Democratico, da Paolo Siani, che da pediatra sottolinea il potenziale effetto pericolo di un'operazione che rischia di far "aumentare la medicina difensiva, e determinerà un conflitto tra medico e paziente", a Luca Rizzo Nervo che invoca l'intervento del ministro della Salute.

Cos'è la medicina difensiva

È lecito domandarsi, tuttavia, cosa si intenda per medicina difensiva. Si tratta precisamente di una pratica attraverso la quale un medico si tutela da possibili azioni legali relative alla cure mediche prestate a un paziente. Se esiste una pratica di medicina difensiva definita positiva, vale a dire un approccio secondo il quale un medico, a scopo cautelativo, ricorra a servizi diagnostici o terapeutici non necessari, il rovescio della medaglia è il rischio che un medico eviti di effettuare interventi o prescrivere terapie ad alto rischio, al fine di tutelarsi da eventuali ripercussioni di tipo legale.

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