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Offese a Falcone e Borsellino, la Procura di Catania apre un’inchiesta sul programma “Realiti”

Aperto un fascicolo di indagine sulla prima puntata del talk show di Enrico Lucci, durante la quale erano ospiti due cantanti neomelodici catanesi, Leonardo Zappalà e Niko Pandetta, avevano offeso la memoria dei giudici Falcone e Borsellino. L’inchiesta indaga anche sui rapporti tra Pandetta e suo zio, il boss ergastolano Salvatore Cappello.
A cura di Andrea Parrella
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Il polverone sollevato dalla prima puntata di "Realiti" sta assumendo dimensioni sempre più inattese. La Procura di Catania ha aperto un'inchiesta sulla puntata di debutto del programma di mercoledì 5 giugno, durante la quale erano ospiti due cantanti neomelodici catanesi, Leonardo Zappalà e Niko Pandetta, nipote del boss ergastolano Salvatore Cappello. Al centro dell'inchiesta ci sono le affermazioni offensive dei due cantanti verso la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L'inchiesta ha anche lo scopo di indagare e fare luce sui rapporti tra Pandetta e suo zio. Titolare del fascicolo d'indagine è il procuratore Carmelo Petralia, il quale ha delegato le indagini alla Polizia Postale di Catania, che a sua volta acquisirà i video della trasmissione (al momento cancellata dalla piattaforma RaiPlay).

Ma cosa è accaduto precisamente nella prima puntata del talk show condotto da Enrico Lucci? Il tutto è avvenuto quando era ospite in studio il consigliere regionale della Campania, Francesco Emilio Borrelli, che attaccando i due dicendo: “Il mio sistema nervoso è saltato quando ho sentito uno dei due esaltare lo zio camorrista al 416 bis, quando hanno insultato la memoria di Falcone e Borsellino. Sono delinquenti e così li ho chiamati pubblicamente senza paura e senza vie di mezzo”. In seguito alla puntata uno dei due cantanti ha pubblicato su Facebook un video in cui ha mostrato una pistola d'oro, facendo più volte il nome di Borrelli, che ha denunciato e diffuso il video scrivendo:

"L’autore dell’intimidazione, Nico Pandetta, è un neomelodico catanese, che ha trascorso quasi 10 anni in prigione e che non si è vergognato dei reati che ha commesso. Anzi omaggia in alcune canzoni uno zio che è recluso in carcere al 41 bis. Questo video conferma che questi soggetti non raccontano uno spaccato sociale, ma sono organici sia nei metodi che nei trascorsi alla criminalità organizzata”.

Nel frattempo la Rai ha stigmatizzato con rigore e severità quanto accaduto in trasmissione, pubblicando una nota in cui ha condannato quanto accaduto nel corso della prima puntata di "Realiti", decidendo di ridimensionare il programma portandolo in seconda serata, non più in diretta. Lo stesso Enrico Lucci ha fatto mea culpa per quanto accaduto, ammettendo l'errore e ripromettendosi di modificare e plasmare "Realiti", che stando alle informazioni che arrivano da Rai2 tornerà in onda mercoledì 12 giugno, su Rai2, in seconda serata.

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