L’atteso ritorno a Westeros corre il rischio di diventare un surrogato. Sono state rilasciate le prime foto ufficiali di “House of the Dragon”, primo spin-off ufficiale del Trono di Spade, che debutterà su Sky e Now in contemporanea con gli Stati Uniti nel 2022. Alle prime immagini si fa il paio con le dichiarazioni di Olivia Cooke, protagonista del nuovo corso nei panni di Alicent Hightower, figlia del Primo Cavaliere del Re. Stando alla sceneggiatura, questa nuova serie avrà meno sesso e soprattutto meno violenza nei confronti delle donne.
La prima stagione del Trono di Spade, andata in onda per la prima volta dieci anni fa, si fece segnalare proprio per il suo carattere spigoloso riguardo certi temi e la mise en place delle tre “s” – sesso, sangue, soldi – a riempire ogni scena senza cadere mai nel pericolo della gratuità. Al successo planetario ci è arrivata non soltanto attraverso i fan storici della saga letteraria di George R.R. Martin, ma soprattutto grazie a un passaparola impetuoso conquistato, episodio dopo episodio, efferatezza dopo efferatezza. Chi ha visto tutta la serie lo sa bene che questo tono grandguignolesco è stato corretto e asciugato, dagli showrunner D.B. Weiss e David Benioff, proporzionalmente all'allargamento del bacino di spettatori della serie; banalmente, questo è anche il peccato originale della serie che ha portato alle critiche sul finale, che non è piaciuto a molti fan della vecchia guardia.
Ebbene, adesso Olivia Cooke anticipa che non avrebbe mai accettato un ruolo nel nascente spin-off perché “non mi sentirei a mio agio nell’essere parte di qualcosa che ha una violenza esplicita verso le donne senza alcun motivo”. E ancora, dice: “Ho letto la sceneggiatura del prequel ed è cambiata molto rispetto alle prime stagioni di Game of Thrones”. Ecco, considerato che la materia d’ispirazione resta l'affilato “Fuoco e Sangue” di George R.R. Martin, sarebbe un peccato. Eppure il rischio che i nuovi showrunner Martin e Ryan Condal e Miguel Sapochnik – i cui nomi dovrebbero invece bastare a promettere spettacolari battaglie e sequenze sanguinolente – possano ripartire proprio da quell'edulcorazione a cui i loro predecessori sono stati costretti, è presente e preoccupante.
La speranza è che le dichiarazioni di Olivia Cooke restino circoscritte al suo personaggio e che la sceneggiatura non si pieghi a quello che è lo spirito conformista del tempo. Qualcosa che tenga fede a quelli che sono i caratteri tipici dello stile di George R.R. Martin e alla sua sovversione sul genere, violenza (da e verso tutti) compresa.