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Nicola Tanturli è vivo, Alberto Matano: “Ho pianto, Giuseppe Di Tommaso stava simulando un percorso”

“Ho pianto quando Giuseppe Di Tommaso mi ha chiamato, non potevo crederci”, è ancora molto emozionato Alberto Matano quando Fanpage.it lo raggiunge per un commento sul ritrovamento del piccolo Nicola Tanturli. L’inviato de La vita in diretta è riuscito a mettersi sulla pista giusta e alla fine lo ha trovato in fondo a una scarpata ricoperta di rovi: “Era lì perché stava cercando di immaginare un ipotetico percorso, di simulare uno spostamento possibile”.
A cura di Eleonora D'Amore
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"Ho pianto quando Giuseppe Di Tommaso mi ha chiamato, non potevo crederci", è ancora molto emozionato Alberto Matano quando lo chiamo al telefono per un commento sul ritrovamento del piccolo Nicola Tanturli. L'inviato de La vita in diretta è riuscito a mettersi sulla pista giusta e alla fine lo ha trovato in fondo a una scarpata ricoperta di rovi. Era scomparso nella notte tra lunedì e martedì nel Mugello, scatenando il panico nei genitori che non lo hanno più trovato nel suo lettino. La troupe del noto programma pomeridiano di Rai1 si è messa sulle sue tracce da subito e, dopo una notte di ricerche inconcludenti, è riuscita a trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ecco cosa ha raccontato il conduttore e giornalista Alberto Matano ai microfoni di Fanpage.it.

Come ha fatto Giuseppe Di Tommaso a trovarsi proprio lì, a 3km dalla casa da dove Nicola Tanturli era scomparso all'improvviso? 

Era lì perché stava cercando di immaginare un ipotetico percorso, di simulare lo spostamento possibile di un bambino così piccolo da un casolare così diroccato. È stata una meravigliosa coincidenza, la vita che ti apre al miracolo senza preavviso.

Si trovava a ridosso della scarpata del ritrovamento perché aveva avuto un malore?

Non proprio un malore, un attacco di ansia che l’ha spinto a chiedere alla troupe un momento di respiro da solo. È sceso dalla macchina e ha iniziato a camminare per il sentiero e, a un certo punto, ha sentito dei lamenti e si è sporto verso la scarpata. Era piena di rovi, non si vedeva nulla, allora ha pensato di chiamare il bambino per nome e il piccolo ha gridato “Mamma mamma!”. Da lì ha capito che finalmente l’incubo era finito.

Dopo che è successo?

Giuseppe aveva il telefono che non prendeva, quindi è tornato di corsa su per cercare soccorsi e rivolgersi ai carabinieri che erano ancora impegnati nelle ricerche. Insieme, sono tornati giù e uno dei carabinieri si è calato nella scarpata tra i rovi, dove ha trovato il piccolo Nicola che voleva la sua mamma.

Sta capitando proprio in questi giorni, in cui è ricorso l'anniversario della tragedia di Alfredino Rampi, il bambino morto in un pozzo a Vermicino. Una tragedia vissuta in diretta televisiva Rai per più di 72 ore, dalla quale nacque l'espressione denigratoria di ‘tv del dolore', che ancora oggi pone l'accento sulla funzione del mezzo nei fatti di nera. Tu, che ogni giorno esplori questo perimetro scivoloso fatto di linee e di scelte, come la vivi?

Dipende tutto dal come lo fai, non dovremmo mai cadere vittime di pericolose generalizzazioni. È un approccio personale del giornalista che affronta i fatti più cruenti e la cronaca nera. Noi a La vita in diretta cerchiamo di farlo con onestà e il più possibile ancorati alla realtà. Anche per il caso di Denise Pipitone, alcune piste non le ho mai cavalcate, perché le segnalazioni sono fondamentali ma se l’età di una ragazza non coincide è inutile alimentare false speranze. Anche perché ho troppo a cuore il patto di fiducia con i telespettatori, non sono per la spettacolarizzazione del dolore.

Il pubblico come potrà seguire gli sviluppi del ritrovamento di Nicola Tanturli?

Al Tg1 delle 13.30 ci sarà un blocco dedicato, con le parole del nostro inviato Giuseppe Di Tommaso, poi spazio all'approfondimento a La vita in diretta di oggi pomeriggio, sempre con lui in collegamento dal Mugello.

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