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Michael Jace di “The Shield” si difende: “Non ho ucciso mia moglie”

L’attore è comparso in tribunale dove si è dichiarato non colpevole. Intanto il giudice gli ha imposto di non contattare i figli, in casa al momento della sparatoria che ha ucciso la giovane April. La cauzione è stata fissata a 2 milioni di dollari. Se dovesse essere giudicato colpevole, Michael Jace rischierebbe 50 anni di carcere.
A cura di Daniela Seclì
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Il mese scorso, Michael Jace è stato accusato dell'omicidio della moglie. Mercoledì è stato ascoltato dalla corte di Los Angeles. Si è presentato in tribunale con le manette ai polsi e ha proclamato la sua innocenza. Come riporta la CNN, il giudice ha ordinato all'attore di "The Shield" di non avvicinarsi ai figli e di non contattarli. I bambini si trovavano in casa, nel momento in cui è avvenuta la sparatoria che ha ucciso la moglie April. I suoi avvocati non si sono opposti. La cauzione è stata fissata a 2 milioni di dollari. Se Michael Jace dovesse essere ritenuto colpevole, dovrà scontare 50 anni di carcere. La prossima udienza è prevista per l'1 agosto.

L'assassinio di April Jace

Ci sono diverse incongruenze che dovranno essere chiarite. La notte della sparatoria che ha condotto alla morte di April Jace, l'attore avrebbe chiamato il 911, chiedendo il loro intervento perché qualcuno aveva sparato a sua moglie. Intanto la CNN riporta le dichiarazioni del suocero di Michael Jace che avrebbe affermato:

"Mio genero mi ha chiamato, poi mi ha inviato un messaggio dicendomi "vieni a prendere i bambini, ho sparato ad April" nostra figlia."

All'inizio gli agenti lo hanno classificato come un caso di violenza domestica. Poi, però, si è fatta strada l'ipotesi che alla base del folle gesto, potessero esserci  dei motivi economici. Michael Jace, infatti, aveva dichiarato bancarotta nel 2011 e non aveva ancora concluso il pagamento del mutuo.

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Le accuse dell'ex moglie

Ad aggravare ulteriormente la posizione di Jace, c'è il precedente avuto con l'ex moglie, Jennifer Bitterman. La donna lo accusò di essere stato violento con lei, afferrandola per il collo, colpendola e sbattendola contro il muro nonostante il loro bambino stesse assistendo alla scena. Una donna ha confermato questa tesi, dicendo di aver assistito all'episodio avvenuto nel 1997 e che ha definito:

"La cosa più spaventosa a cui io abbia mai assistito in tutta la mia vita."

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