Mia Martini arrivò nona a Sanremo 1989 perché si votava senza una giuria di qualità
Fu il pubblico da casa a decretare la disfatta di Mia Martini a Sanremo 1989. Alla cantautrice, dopo 5 anni di silenzio, fu permesso di partecipare alla gara canora più importante d’Italia. Calcò il palco dell’Ariston con un brano che sarebbe rimasto nella storia della musica: Almeno tu nell’universo. Quella canzone, tuttavia, si piazzò solo nona e a deciderlo fu il pubblico da casa. Il festival dell’organizzatore Adriano Aragozzini funzionava, infatti, con un sistema di voto già utilizzato negli anni precedenti. Era il pubblico a casa a votare attraverso il sistema del Totip. I voti espressi in schedina decretarono per Mimì solo un nono posto. Le fu assegnato, invece, il Premio della critica, l’unico a essere deciso da una giuria di qualità.
La classifica di Sanremo 1989
A decretare la vittoria di Anna Oxa e Fausto Leali con Ti lascerò furono i 6 milioni di voti espressi da casa con le schedine del Totip. Secondo posto per Toto Cutugno con Le mamme. Sull’ultimo gradino del podio Al Bano Carrisi e Romina Power con Cara terra mia. Perfino Francesco Salvi con Esatto ottenne un piazzamento migliore della Martini, conquistando il settimo posto. Salvi è un comico, non un cantante, e prese parte a Sanremo con una canzone leggera che derideva la modesta qualità della musica italiana. Ottenne 870 mila voti, contro i 650 mila di Mimì. Il 1989 fu l’ultimo in cui i voti per la classifica finale furono abbinati al concorso Totip.
Il premio della critica
Almeno tu nell’universo non guadagnò il primo posto a Sanremo 1989 ma incassò il Premio della critica, poi intitolato a Mia Martini a partire dal 1996, un anno dopo la sua morte. All’artista era già andato un altro premio della critica precedentemente. Era il 1982 e Mimì prese parte a Sanremo con Almeno tu nell’universo. Anche in quel caso si classificò nona, ma riuscì a conquistare il voto della giuria di qualità.