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Massimo Giletti contro Barbara D’Urso: “Una testata giornalistica doveva indagare sul caso Prati”

Durissima la condanna di Giletti nei confronti della collega in merito al caso Prati / Caltagirone, nel corso della puntata di Non è l’Arena del 22 settembre: “Non si può sventolare tutte le volte il fatto di essere testata giornalistica, e poi non indagare su queste persone. Bisogna mettere un filtro a questo tipo di televisione”.
A cura di Valeria Morini
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Massimo Giletti non si è risparmiato contro Barbara D'Urso, cui ha lanciato diverse stoccate nella puntata di Non è l'Arena in onda domenica 22 settembre. Mentre la rivale Carmelita era in onda nello stesso momento su Canale 5 con "Live – Non è D'Urso", su La7 Giletti le ha momentaneamente "scippato" il caso Mark Caltagirone, con un'attesissima intervista a Pamela Prati. Il conduttore ha criticato apertamente il modo in cui i programmi della collega hanno gestito lo scandalo dello sposo fantasma e delle truffe di cui sono accusate le ex manager della Prati, Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo.

Lo sfogo contro la tv di Barbara D'Urso

A Non è l'Arena, Giletti ha ospitato la Prati e l'uomo che si è finto temporaneamente Mark Caltagirone. Mentre lei ha continuato a proclamarsi una vittima del duo Perricciolo/Michelazzo, il conduttore ha parlato del sistema truffaldino messo in piedi ben prima che la showgirl del Bagaglino entrasse nella vicenda. Un sistema su cui Live – Non è la D'Urso (che continua a ospitare le due ex manager) non avrebbe approfondito a dovere. Giletti ha peraltro citato anche l'inchiesta condotta da Fanpage.it sul caso.

La critica che faccio il sistema è: è possibile che debba arrivare Roberto D'Agostino, è possibile che debba arrivare Fanpage? Chi ha gestito questa situazione secondo me aveva il dovere morale di andare a indagare su una vicenda del genere. C'erano troppe cose che non tornavano. Ieri ho visto un'intervista della Perricciolo su Comingoon. Sapendo che avevo dei documenti, ha anticipato un po' tutti e ha detto che la polizia ha fatto una perquisizione nella sua casa, dove viveva con la Michelazzo. Non si fa una perquisizione se non c'è un motivo, se per esempio non c'è una querela. Io e i miei c'eravamo già arrivati: questa perquisizione è stata fatta nel 2015. Un giornalista deve indagare su queste persone. Noi l'abbiamo fatto.

La necessità di mettere un filtro alla televisione

È più che evidente che Massimo Giletti si riferisca a Barbara D'Urso, nel suo sfogo (benché nell'intervista che ci ha rilasciato abbia chiarito di non essere contro di lei). Chiaro il riferimento alle sue trasmissioni e al fatto che Barbarella ribadisce quotidianamente e in modo quasi ossessivo di lavorare per "una testata giornalistica". Mentre a Fanpage.it ci si chiede se gli stili dei due conduttori siano poi così diversi, Giletti sembra convinto che la collega non abbia avuto la capacità, o l'interesse, di portare avanti un'inchiesta seria.

Bisogna mettere un filtro a questo tipo di televisione. Sui social arriva di tutto, fake news ogni giorno. Noi non riusciamo a controllarle. Ma la televisione ha dei mediatori. Se siamo testate giornalistiche abbiamo il dovere il verificare l'attendibilità di quello che uno dice, altrimenti prendiamo per buono tutto. Se si fosse indagato si sarebbe capito che in quella perquisizione si erano trovate cose che provavano che quelle due (Perricciolo e Michelazzo, ndr) avevano adottato il "sistema Caltagirone" già con qualcun altro. Ecco perché bisogna essere molto cauti. Non si è testata giornalistica per caso. Ma non si può neanche sventolarlo così tutte le volte, e poi cadere su cose del genere. Non mi interessa se ci sarà il processo, ma qui sono state trovate cose da funzionari della polizia di stato. Bisogna aprire gli occhi, capire chi sono queste persone, chi ha studiato queste carte doveva farlo. Sennò questo sottobosco diventa un "bosco", paginate e paginate in televisione. Bastava cliccare su un sistema per vedere che Mark Caltagirone non esisteva.

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