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Massimo Giletti: “C’è chi fa inchieste e chi parla di Mark Caltagirone”

Il conduttore, ospite del festival “Passaggi, sembra lanciare un’altra frecciata a Barbara d’Urso, ribadendo il valore delle sue inchieste a La7 con “Non è l’Arena”. Resta ancora ignoto il suo futuro televisivo: Giletti resterà a La7, oppure andrà altrove, magari ritornando in Rai come si dice da alcune settimane?
A cura di Andrea Parrella
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Sono settimane decisive per il futuro professionale di Massimo Giletti, il conduttore che nelle ultime due stagioni ha inevitabilmente segnato la cronaca televisiva, per il suo brusco addio alla Rai e per il modo attraverso il quale è riuscito a tenere alta l'attenzione sulla sua trasmissione di La7, "Non è l'Arena". Ospite del "Passaggi Festival", a Fano, Massimo Giletti ha parlato del suo libro "Le Dannate", dedicato alla storia delle sorelle Napoli, un caso che il conduttore ha seguito con costanza e perseveranza a La7, realizzando addirittura una puntata in piazza, dal vivo, nel paesino siciliano delle tre sorelle che non intendono arrendersi alla mafia.

Proprio per sottolineare il valore del lavoro svolto dalla sua redazione, Giletti ha fatto un confronto con altri programmi televisivi: “C’è chi fa la storia di Mark Caltagirone e chi cerca, con responsabilità, di tentare di dar voce a chi senza stampa avrebbe molta più difficoltà a tentare di risolvere certe situazioni. Io ho scelto di seguire alcune storie con “Non è l’arena” e di portarle avanti tentando di risolverle e spesso prendendomi querele”. Con il riferimento a Caltagirone non può passare inosservata quella che sembra un'altra frecciatina a Barbara d'Urso e al suo programma in prima serata "Live – Non è la d'Urso". Rispondendo alle domande di Nando Dalla Chiesa, Giletti ha aggiunto:

“Oggi se giriamo la testa dall’altra parte è finita. Chi fa il mio lavoro deve avere senso di responsabilità. La nostra società è al baratro. Io sono stato costretto ad allontanarmi dalla Rai e andare a La7 per la forza delle mie inchieste e credo sia stato un brutto momento dal punto di vista morale per un’azienda pubblica che con il mio programma realizzava milioni di ascolti. Chi fa inchieste vere deve essere tutelato e non osteggiato se le fa non ideologicamente. Io il marcio l’ho sempre colpito, ma non accetto più che i giornalisti che combattono devono andare a processo. Se io ho sbagliato sanzionatemi penalmente, non economicamente. È gravissimo l’utilizzo della querela come forma di ricatto. È vero anche che un paese che ha bisogno della televisione per risolvere i problemi non è un paese civile. Ho rammarico come cittadino che debba essere la televisione a far cambiare idea a qualcuno”.

Intanto dovranno passare ancora alcuni giorni prima di capire dove troveremo Massimo Giletti nella prossima stagione. Pochi giorni fa il conduttore ha incontrato Cairo, per discutere di un eventuale rinnovo con La7. Non è del tutto esclusa l'ipotesi di un ritorno in Rai, le cui quotazioni sono tuttavia scese nelle ultime settimane.

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