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Marinella Soldi: “La tv pubblica è quella che parla a tutti i cittadini, la Rai deve cambiare”

Marinella Soldi, nuova presidente Rai, parla dei cambiamenti necessari per l’azienda: “È necessario cambiare, oltre 20milioni di utenti registrati su RaiPlay, la tv pubblica deve parlare a tutti i cittadini non solo ad un pubblico più maturo”.
A cura di Ilaria Costabile
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Marinella Soldi è la nuova presidente della Rai, eletta insieme al nuovo amministratore delegato Carlo Fuortes, e da cui ci si aspetta grandi innovazioni in termini di rielaborazione di una struttura televisiva che necessita di essere scossa, rinnovata, per accogliere nuove proposte non solo dal punto di vista contenutistico, ma anche della fruizione stessa dei contenuti: "Questo autunno la tv tradizionale ha visto un calo di circa 2 milioni di contatti in media al giorno, rispetto a due anni fa. C’è bisogno di dirle altro sul perché dobbiamo smettere di continuare a dire che il mondo è cambiato e poi non fare nulla per cambiare anche noi" ha dichiarato in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Perché ha accettato la proposta della Rai

Entrare nella grande macchina della tv pubblica non è un'impresa semplice, significa addentrarsi in un sistema con una struttura ben consolidata e che, senza dubbio, si attiene a delle dinamiche che vanno cambiate, per questo motivo Marinella Soldi racconta di aver accettato la proposta della Rai: "Quando è arrivata la chiamata sapevo di che cosa si trattava. E la tentazione di dire no, da persona cresciuta all’estero, in aziende dalla forte impronta multinazionale, era forte. Poi ti dici che è il momento di ridare qualcosa al Paese. E che si deve essere orgogliosi se qualcuno ha pensato a te". 

I progetti rivolti al cambiamento

Quella intrapresa dalla neo-presidente è una sfida difficile, nuova, che punta ad integrare un pubblico ormai standard con uno più giovane, veloce, abituato a nuove modalità di fruizione: "La Rai è tuttora considerata un riferimento. Raggiungiamo 30 milioni di italiani ogni giorno, oltre 20 milioni gli utenti registrati su RaiPlay, superiamo regolarmente i 10 milioni di spettatori con i grandi eventi da Sanremo allo sport, siamo capaci di generare fenomeni social e trasversali". Ma come apportare un cambiamento del genere senza snaturare un'azienda costitutiva dell'impianto dei media italiani? La risposta, secondo Marinella Soldi, risiede nell'adottare uno sguardo "da un lato rivolto all’immediato, per migliorarlo, producendo contenuti appetibili a costi competitivi e dall’altro rivolto al futuro, per essere rilevanti e centrali nei prossimi anni". Per fare un'operazione del genere, però, è necessario dover ripensare all'intera impalcatura della tv pubblica come la vediamo attualmente: "Non si può investire nel nuovo e insieme lasciare intatto l’esistente: per questo dovremo compiere scelte, magari difficili, impopolari, ma non vedo alternativa. Il servizio pubblico è tale se parla a tutti i cittadini, non solo ad un pubblico più che maturo, come oggi" dichiara al Corriere della Sera.

Le nomine e la gerarchia in Rai

Più di sessant'anni di attività non possono essere cancellati in un soffio, ma è necessario proporre delle politiche interne che apportino dei cambiamenti significativi, per cui anche quello che prima aveva funzionato nell'economia dell'azienda adesso va modificato: "Ciò che era stato vincente per l'azienda: stabilità, avversione al rischio e gerarchia, oggi la mette in pericolo: serve agilità, flessibilità, capacità di innovare. Per quanto particolare e straordinaria e diversa da tutte le media company italiane, la Rai, il servizio pubblico, resta comunque un’azienda, non un ministero". Per quanto riguarda le nomine, poi, è stata piuttosto chiara, sottolineando l'importanza di dare spazio a chi prima non ne aveva abbastanza:

La questione femminile per me è questione di merito, più che di genere. Ma la gender equality ancora non è realtà, nel Paese, prima di tutto. In linea con la strategia nazionale, la Rai dunque può fare moltissimo per la parità di genere, con la sua programmazione e nella gestione aziendale. Se vogliamo essere rilevanti, inclusivi, sostenibili e credibili, dobbiamo iniziare a esserlo al nostro interno.

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