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Lupin di Netflix, la recensione: ladro gentiluomo, elegante e gran figo

Omar Sy è Assane Diop, ladro gentiluomo che si ispira ai romanzi di Maurice Leblanc per vendicare suo padre e riscattare se stesso. Elegante e dotato di tutti i crismi del gran figo, indossa questo personaggio come un abito di sartoria. La prima parte è composta da cinque episodi, disponibili sulla piattaforma a partire dall’8 gennaio 2021. Da guardare tutta d’un fiato.
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Fantastico Lupin! La miniserie Netflix attualizza il romanzo di Maurice Leblanc "Arsène Lupin, ladro gentiluomo" affidando al volto e al carisma di Omar Sy, questo ladro gentiluomo moderno, estremamente elegante e dotato di tutti i crismi – diciamolo con franchezza – del gran figo. Una prima parte composta da cinque episodi disponibili sulla piattaforma a partire dall'8 gennaio 2021 che guarderete tutti d'un fiato.

Creata da George Kay, Lupin – Dans l'ombre de Arsène (questo il titolo originale della serie) segue la storia di Assane Diop, un inserviente del Louvre che per risolvere dei problemi con i suoi strozzini, li convince a rapinare insieme a lui un pregiatissimo collier in esposizione, il Collier della Regina. Veniamo messi subito al centro dell'azione sin dai primi frame, per poi capire che Assane Diop non è chi crediamo sia.

La serie regina degli inseguimenti

Assane cambia volto e identità, proprio come Lupin, per rubare il Collier della Regina; ma scopriremo presto che non è il suo vero scopo, ma un mezzo per arrivare a scoprire finalmente la verità su chi incastrò suo padre, al servizio del potente Pellegrini, accusato di aver rubato 25 anni prima proprio quel Collier. L'asticella dell'azione si alza scena dopo scena, citando più o meno liberamente diversi elementi dal ciclo dello scrittore francese, di cui il personaggio di Assane è grande fan. Il ritmo, come il linguaggio, è dinamico ed estremamente moderno. Un esempio per tutti è il travestimento che Assane Diop usa nel secondo episodio per sfuggire alla polizia: una tenuta da rider. Prima di presentarsi a un incontro con la figlia di Pellegrini, dà appuntamento a decine di rider proprio in quel punto. È qui che parte la disperata impresa della polizia di catturare il rider giusto. È un campo, quello degli inseguimenti action, nel quale i francesi hanno imparato alla perfezione la lezione americana, superandola in certi casi.

Omar Sy indossa il personaggio come un abito di sartoria

Non manca un elemento fondamentale legato alla controparte – la polizia – che sembra essere addestrata per fallire miseramente a ogni tentativo di acciuffare il ladro gentiluomo. Proprio come accade nella tradizione romanzesca e in quella relativamente più recente legata alla tradizione dell'animazione giapponese. Quando però la serie prova a far entrare il dramma familiare nell'azione, un po' si disperde ma nei primi cinque episodi si vede comunque grande potenziale. Il merito è tutto di Omar Sy, che indossa questo personaggio come un abito di sartoria. Poi, certo, ci vuole uno sforzo per restare nella ‘magia' e tenere sempre fede alla sospensione dell'incredulità. "Non farti domande, sentilo", suggerirebbe Christopher Nolan. Bisogna quindi guardare Lupin senza porsi troppe domande sul come ha fatto, sul come è possibile. La risposta è semplice: Lupin è Lupin.

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