Luca Argentero parla da Fazio del successo di DOC: “L’empatia è la chiave di questa storia”
Ospite della puntata pasquale di "Che tempo che fa" è stato Luca Argentero. L'attore torinese, protagonista della fiction di Rai1 "Doc-Nelle tue mani", tra i prodotti che hanno raggiunto il record di ascolti in sole due puntate, è intervenuto nel programma di Fabio Fazio proprio per parlare del ruolo dei medici e dell'importanza di affidarsi completamente alle cure di professionisti che dedicano, da sempre, la loro vita affinché le vite dei loro pazienti possano essere salvate.
L'inaspettato successo di Doc-Nelle tue mani
Una fiction dal successo clamoroso, complice l'emergenza coronavirus, o semplicemente il desiderio di lasciarsi trasportare da una storia intensa, una storia in cui emerge l'umanità oltre che la professionalità. Concetto ancor più importante e che traspare dalla visione del nuovo prodotto di Rai1 è la capacità tanto degli interpreti, quanto dei telespettatori di riscoprirsi empatici, come racconta Luca Argentero: "Empatia è la parola chiave di questo lavoro, di questa sceneggiatura, questa storia parla di empatia e i messaggi che ho ricevuto in questi giorni parlano di senso di identificazione nei confronti di questa storia che va al di là delle nostre aspettative, era assurdo immaginarsi dei numeri del genere".
L'importanza del confronto con il vero Doc
Sicuramente tra i punti di forza di Doc-Nelle tua mani, c'è sicuramente il fatto che sia ispirato ad una storia vera, quella di Pierdante Piccioni, che ha assistito e collaborato alla struttura della fiction, regalando al protagonista la possibilità di immergersi a pieno in questo ruolo così sfaccettato. Un'interpretazione ben riuscita, dal momento che il vero "doc" ha dichiarato che non poteva sperare in un suo alter ego cinematografico migliore:
Sono testimone del fatto che lo avesse detto anche prima di questo successo, lui sì che è un vero Doc, in realtà è bellissimo, quando giri una storia vera e hai la fortuna di poterti confrontare con il protagonista di questa storia è un enorme vantaggio, perché ho avuto modo di farmi raccontare tantissime sfumature, che quando mi è capitato di interpretare la biografia di qualcuno magari non c'è più, non ti puoi confrontare se non con la letteratura, invece in questo caso non c'è solo il suo bellissimo libro, che si chiama "Meno Dodici" ma c'era proprio lui.
La responsabilità di essere medici ogni giorno
Ciò che una fiction di questo tipo, diversa dagli altri medical-drama di stampo italiano, rende ancor più visibile è la difficoltà nello svolgere quotidianamente un lavoro che ti pone davanti a scelte difficili, scelte che mettono a rischio la vita di un paziente; quindi l'idea di affidarsi completamente rispecchia quel senso di abbandono che pervade ogni persona nel momento in cui è costretta ad abbandonare le proprie difese:
Il titolo (Nelle tue mani ndr) è stato pensato prima di questo momento storico che stiamo vivendo, ma perché noi tutto questo lo abbiamo intuito, parlo da profani, da cinematografari, lo avevamo intuito un anno fa quando abbiamo iniziato a lavorare a questa storia, abbiamo passato tanto tempo in un reparto e forse, quando sei un paziente, al di fuori di questo momento, non ti rendi davvero conto di cosa vuol dire assumersi le responsabilità che tutti i giorni queste persone si assumono, a volte c'è anche un po' di spocchia, la gente si cura su internet, ognuno diventa il medico di sé stesso, invece affidarsi nelle mani di qualcuno è perché ci sono persone che dedicano la loro vita a prendersi cura di noi, e noi abbiamo indossato quel camice con grande senso di responsabilità, te lo posso assicurare.