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Lillo era in terapia intensiva per il Covid: “Ecco come ho fatto a contagiarmi”

Il comico e conduttore radiofonico racconta il ricovero in terapia intensiva a causa del Covid, dove ha ho “visto 35enni intubati”. Un periodo difficile in cui è stato importante il sostegno della moglie e dell’amico Greg via telefono: “L’ho preso in modo banale, solo perché ogni tanto mi capitava di abbassare la mascherina”
A cura di Valeria Morini
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"Quando il medico mi ha detto che potevo tornare a respirare da solo, senza ausilio, ho messo le cuffiette e ho cominciato a ballare piano piano, lentamente. Volevo musica allegra; ho scelto un pezzo dei Rolling Stones bello rock, “Doom and Gloom”": così Lillo, al secolo Paquale Petrolo, racconta al Corriere della Sera la sua disavventura alle prese con il Covid, che l'ha visto costretto a ricoverarsi in ospedale, in terapia intensiva. Un racconto in cui non lesina sulle paure e ansie vissute, ma che parla che di speranza: fortunatamente, Lillo è negativo, è uscito dall'ospedale il 19 novembre e sta "recuperando".

 Come Lillo ha preso il Covid

Il comico e conduttore radiofonico ha spiegato di aver manifestato inizialmente sintomi influenzali e di aver capito di aver contratto il coronavirus dopo la perdita di olfatto e gusto. Quindi, dopo il tampone positivo, è salita la febbre, sino a 40 gradi, e sono arrivati i problemi di respirazione. Il 26 ottobre Lillo è stato ricoverato, come ha annunciato dai suoi social ammettendo di essersi contagiato a causa di "una leggerezza". Ecco quale sarebbe stata, a suo dire, la causa:

L'ho preso in un modo banale ma per questo è giusto che si sappia. Semplicemente ogni tanto mi capitava di abbassare la mascherina per respirare meglio. Giusto un attimo, ma lo facevo anche quando c’era altra gente. Una cosa che ora non farei assolutamente più: se uno ha bisogno di aria allora deve allontanarsi da tutti e poi abbassarla. Basta veramente poco: è un virus super contagioso.

Il Covid non è un pericolo solo per anziani e malati

Lillo ha scelto di mettere in guardia da un luogo comune secondo cui soltanto le persone molto anziane o con patologie rischierebbero la vita in caso di Covid. Lui stesso, pur non avendo vissuto lo stadio più grave della malattia, è stato molto male.

Ecco, non è vero nulla. Io ero un uomo sano. In terapia intensiva ho visto 35enni intubati. Sicuramente se hai patologie sei svantaggiato, ma non è una regola, nel senso che puoi essere sano e sviluppare comunque una grave polmonite. La terapia intensiva era piena… Per fortuna non sono mani andato sotto il casco, mi sono fermato al momento prima: avevo l’ossigeno al massimo e lì ho capito che era l’ultimo passo. Lì mi sono spaventato. Poi, dopo due giorni lì, la polmonite ha iniziato a regredire.

L'aiuto della moglie e di Greg

Ad aiutarlo moltissimo dal punto di vista psicologico sono state le frequenti videochiamate con la moglie: "Puoi anche impazzire altrimenti. Ho ricevuto tante energie positive, sono importanti, ti danno la forza di vivere". Lillo ha sentito anche il sodale Greg, quasi tutti i giorni: "Mi è stato vicino, cercando anche di sdrammatizzare quando poteva. Ci siamo un po’ presi in giro. Mi diceva: dai che è la volta che finalmente dimagrisci… in effetto ho perso sei chili". Con lui, tornerà in radio da sabato 28 novembre. Intanto, da questa terribile esperienza è uscito un grande insegnamento.

In questi giorni sto apprezzando tutto: anche prendere il caffè con due biscotti la mattina, con mia moglie, è un momento di vera felicità. Tante piccole cose che prima nemmeno notavo, che davo per scontato. Ma che adesso riconosco come pura felicità. Penso davvero che sia migliorato tutto il mio modo di vivere.

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