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Le conduttrici per caso: Satta, Cicogna e Santarelli alle prese con il “link and clip”

Immobili davanti a una telecamera lanciano servizi a valanga. Sono le conduttrici di rappresentanza, bellissime ma spesso fuori contesto. E pensare che sono le eredi della Incontrada e della Hunziker.
A cura di danilo cerminara
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showgirl e conduttrici tv

Cosa c'entra la sexy e mondana Melissa Satta ad Insideout – Pazzi per scienza? Elena Santarelli, autoironica e tutt’altro che di poche parole, è davvero così adatta ad abitare il mondo siliconato di Plastik-Ultrabellezza? E Fiammetta Cicogna, sofisticata e dai modi aristocratici, che ci sta a fare in mezzo alla natura selvaggia di Wild-Oltrenatura o sull'autobus tamarro di Tamarreide?

Che a dettare le regole siano le scelte di mercato, i do ut des tra reti tv e grandi agenzie di star o, più semplicemente, la volontà palese di avere in video una bellona che tira su gli ascolti, poco importa.

Loro, le cosiddette “conduttrici per caso”, regine del link&clip (nel gergo, quella struttura di programma tv che prevede l'alternanza tra lanci da studio, ossia i link, e contributi video, meglio conosciuti come clip), degli sguardi ammiccanti in camera e dal “gobbo” sempre pronto in caso di vuoti di memoria, sono sempre di più. Un’invasione in piena regola del piccolo schermo italico, iniziata ormai diversi anni fa e che oggi è realtà consolidata.

Tutto comincia nei primi anni novanta, quando la mente geniale di Gregorio Paolini partorisce l’idea di Target, storica striscia di seconda serata dell’ammiraglia Mediaset, che con un taglio ironico e irriverente e ritmi incalzanti e frenetici (novità assoluta per la tv di quegli anni) passa in rassegna vizi e virtù del tubo catodico. A introdurre i servizi il sorriso smagliante di Gaia De Laurentis: giovane bellezza nordica, formazione da attrice di teatro, al tempo pressoché sconosciuta ai più.

silvia toffanin presenta nonsolomoda

Sulla stessa linea, qualche anno dopo, approda sempre su Canale 5 Nonsolomoda, il rotocalco sul mondo del fashion system creato da Fabrizio Pasquero, che ancora oggi va in onda con buoni risultati, dopo oltre quindici anni di attività e migliaia di puntate macinate.

E ancor più di Target (che oltre alla De Laurentis fece da battesimo anche a Natasha Stefanenko e Tamara Donà), proprio Nonsolomoda è stato negli anni un enorme trampolino di lancio per alcuni tra i più importanti volti femminili della televisione e dello showbiz nostrano. Da Roberta Capua a Michelle Hunziker, passando per Silvia Toffanin, Afef e Vanessa Incontrada; anche loro per due o tre stagioni nel ruolo di bellezze catodiche, immobili davanti a una telecamera e intente a pronunciare parole pre-impacchettate.

Ieri come oggi, la storia si ripete. Ma non è cambiato proprio nulla? Tutt’altro.

Uno stravolgimento colossale quello che ha interessato l’indotto televisivo di tutto il mondo e di casa nostra con l’avvento del nuovo millennio. Una crisi di idee e, soprattutto, di risorse economiche che non sembra arrestarsi. Sarebbe impensabile realizzare oggi prodotti televisivi come Target o Nonsolomoda, ricchissimi di innovazione, con riprese sofisticate, una fotografia cinematografica, esterne rigorosamente autoprodotte, una cura maniacale dei dettagli. Tutti elementi che richiedono investimenti economici consistenti e il coinvolgimento di decine e decine di professionisti.

I tempi sono davvero cambiati. Le location dei servizi non possono più essere le grandi capitali del mondo, le passerelle di New York e Parigi, i musei d’arte contemporanea. Oggi ci si accontenta di un operatore e un microfono, in giro per i ristoranti e le discoteche della Penisola alla ricerca di personaggi più o meno noti; e il rotocalco di moda e costume è servito.

O, meglio ancora, si acquistano contributi video dall’estero. Ed ecco pronto in quattro e quattr’otto e con pochi denari un programma sulle nuove frontiere della chirurgia estetica, sui segreti della natura selvaggia e incontaminata, su rocamboleschi incidenti d’auto o sui misteri della scienza.

http://www.youtube.com/watch?v=P4ixsIxjbmI

E allora anche il ruolo delle “conduttrici per caso” muta di significato: non sono più quel plus, quel valore aggiunto in grado di sottolineare con bellezza, avvenenza, ironia, stile, eleganza la centralità di un contenuto, ma divengono esse stesse il “caso”, il focus del programma televisivo.

Non è più realmente interessante o importante che si parli del letargo dell’orso polare o delle tecniche per far crollare un palazzo con dell’esplosivo. L’essenziale è che a introdurre il tutto vi sia una femme fatale, meglio se truccata da Barbie o vestita solamente di specchietti; e se in veste sexy risulta goffa, oppure parla di scienza ma è evidentemente disinteressata all’argomento, beh…pazienza! Se gli ascolti reggono, c'è tutto. Non serve altro.

https://www.youtube.com/watch?v=zx3zjo9h9x0
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