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Lastrico a Zelig parla di sesso con endecasillabi danteschi, video

Maurizio Lastrico incanta e diverte con la sua comicità dantesca.
A cura di Marianna D Onghia
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Zelig primo negli ascolti conferma il successo dei comici dell'Arcimboldi, nonchè delle loro "spalle" Cortellesi e Bisio, anche se la prima deve ancora un pò lasciarsi andare e liberarsi da quell'ingessatura che ci risulta nuova per la bravissima e disinvolta artista.

Le novità di questo Zelig 2011 stanno cogliendo nel segno l'attenzione e il diletto nel pubblico, che in questa nuova edizione comincia ad applaudire, ridere e acclamare non solo la comicità spinta del direttore della Ninfo Point, ma anche  quella intelligente del mimo di Zelig e del poeta ( e non è un azzardo chiamarlo così) Maurizio Lastrico.

Il comico si è esibito ieri con le sue alte rime dantesche, utilizzate per racconti ben più bassi, come quelli di vita notturna. Acclamato dal pubblico, Lastrico entra in scena, ma esita a partire: gli applausi lo avranno emozionato e l'esperto Bisio ci scherza sù," La sa!", dando modo al comico di riprendersi e al pubblico di godere dello spettacolo. L'artista ha buttato giù i suoi versi durante una notte insonne, peggiorata dalle domande esistenziali di Marzullo e un gregge di pecore che non aiuta a chiudere gli occhi. Convinto che sia l'immaginato gregge a belare, Lastrico sembra essersi appisolato, quando scopre di esser sveglio e che gli strani versi provengono dal vicino.

"…che geme a copular con tanto zelo che sembra un lele morico festino" è il paragone di forte attualità tra i divertimenti notturni del coinquilino e i discussi party dell'agente dei vip. Il comico si lascia andare ad un imprecazione, senza però concedersi a parolacce o espressioni di cattivo gusto, ma con espressioni eccellenti e allusive, denotando spessore creativo notevole: tra la comicità dei bip, Maurizio Lastrico, per far ridere e intrattenere, non ha bisogno di volgarità.

L'insonne protagonista si reca, audace, dal vicino, per chieder all'uomo che contenga i suoi bollenti spiriti, ma Lastrico, in maniera teatrale, fà intendere che gli si palesa davanti uno spettacolo inatteso: il vicino, infatti, non era intento a copulare con la sua sposa, ma con un essere un pò più alto, con l'augello! Svelato l'arcano, il pubblico, sin ad ora in suspance, ride divertito insieme a Bisio e alla Cortellesi. "In trans stò a rimirar la rosea cosa" è l'abile gioco di parole, utilizzato dal comico, invitato dal vicino ad accomodarsi e ad esplicare le sue richieste: imbarazzato Lastrico racconta di aver risposto che necessitava di salsa per il sugo, per uno spuntino notturno abbastanza improbabile. Salutato il vicino, Maurizio ritorna a casa e cerca di addormentarsi, accompagnato dal sottofondo dei vicini con le loro vuvuzele ( che arguta similitudine), che, per il loro amore, diventano violini. La conclusione potrebbe essere intepretata come un inno all'amore, in tutte le sue forme, come quella dei coinquilini di Lastrico, la cui unione che appare a Lastrico stonata, diventa musicale se accostata al sentimento che potrebbe legare i due, un amore che non ha sesso.

Chapeau a Maurizio Lastrico e alla sua comicità di alto livello, che tocca temi di attualità e cronaca, che lancia messaggi, che si apre su scenari di vita quotidiana e si cimenta nella difficile arte delle rime dantesche, mostrando un vivido ingegno e una forza espressiva senza eguali: nella serata del secondo sketch di Katia e Valeria, del siparietto di Rocco il gigolò e dell'ospite Raoul Bova, nella selva oscura Lastrico ha brillato su tutti.

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