Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera da Gianni Minà, a due giorni di distanza dalla pubblicazione di questo articolo nella quale il giornalista precisa di non aver voluto rilasciare nessuna dichiarazione, oltre all'articolo pubblicato sulla sua pagina Facebook.
Caro Gennaro,
ti scrivo per rispondere alla tua veemente dichiarazione sulla Rai, a
proposito di Maradona. Ti ringrazio per la stima che mi mostri, in
realtà, mi hanno chiamato in tantissimi, anche e soprattutto dalla Rai,
ma non ho voluto rilasciare nessuna dichiarazione su Diego, a parte un
articolo che ho pubblicato sulla mia pagina fb, che è a disposizione di
tutti.
Non me la sono sentita, nè ho voglia di dire qualcosa su di lui. Tra
l'altro voi avete una mia dichiarazione su Diego fatta qualche tempo fa…
Grazie ancora e buon lavoro.
Gianni Minà
Flavio Insinna, Serena Rossi, Milly Carlucci, Vincenzo Salemme, Massimo Ranieri, Fabio Fazio, Carlo Conti. Persino Francesco Paolantoni. Tutti hanno fatto passerella nel ricordo di Diego Armando Maradona nella prima serata di Rai a lui dedicata, AD10s Diego, meno che lui: Gianni Minà. Continua una grande tradizione degli ultimi anni: il grande giornalista viene ancora una volta ignorato dai vertici del servizio pubblico, dagli autori e dai capistruttura, relegato a pochi secondi – giusto una trentina – di video d'archivio.
Viene privilegiato il percorso meno nobile del rapporto del Pibe de Oro con la Rai. Quello spettacolare di Ballando con le stelle, tre puntate e poi via, ufficialmente per motivi di salute anche se in quei giorni, nel 2006, si scrisse di accordi pregressi. Il certamente fondamentale passaggio a "Carramba che sorpresa!" nel 1999, che segnò il ritorno dopo tanti anni di Diego Armando Maradona in Italia. Poi l'intervista con Fabio Fazio del 2013, magnifica, che pur era stata propiziata proprio da Gianni Minà. Diego andò da Fazio solo perché gli aveva chiesto lui, Minà, l'unico vero amico che aveva tra i giornalisti italiani.
E la Rai come lo tratta? Non riconoscendo nulla a Gianni Minà del suo rapporto incredibile con l'uomo Diego Armando Maradona, prima che con il personaggio. Fu Gianni Minà a guadagnarsi la sua fiducia sin dal primo incontro, quando raccontò di voler parlare con lui di vita e non di tattiche. Maradona apprezzò e si lasciò intervistare una prima volta. E poi ancora, e ancora, e ancora. Minà ha costruito qualcosa di unico e irripetibile, come gli aneddoti che lui stesso ha raccontato più volte nel corso degli anni. Un esempio? Quello di Italia '90: "Scusate, ma io ho già un impegno con il mio amico Gianni Minà, arrivederci". Dopo la sospensione dai Mondiali del '94, ancora una volta fu Gianni Minà l'unico giornalista con cui Diego Armando Maradona accettò di parlare. Poi l'intervista a Cuba, passata di sguincio nei trenta secondi totali a lui destinati questa sera, un'altra fondamentale tappa – l'incontro con Fidel Castro – per raccontare la vita di questo artista del pallone.
La Rai ha tenuto inspiegabilmente il meglio che aveva a disposizione fuori da questo omaggio. Ne è venuta fuori – non a caso – un'immagine oleografica di Diego Armando Maradona. Probabilmente alla Rai fa piacere così. Resta inspiegabile l'ostracismo di Viale Mazzini nei confronti di un gigante come Gianni Minà. Bisognerà ricordarsene quando non ci sarà più e confezioneranno di corsa l'omaggio in mano ai Flavio Insinna di turno.