La Rai esclude Santoro e Annozero dal nuovo palinsesto
La liquidazione ottenuta da Michele Santoro – che ha lasciato la Rai con una buonuscita di 2,3 milioni di euro – è stata considerata valida dal Consiglio d’amministrazione Rai riunitosi oggi per discutere ancora una volta sulla bagarre aperta proprio relativamente alla presenza del conduttore all’interno dei prossimi palinsesti Rai.
L’uomo, e questa dovrebbe essere l’ultima decisione sul caso, non rientrerà in Rai per condurre la prossima edizione di Annozero avendo lui stesso dichiarato la decisione di abbandonare la televisione pubblica.
La conferma della sospensione del suo programma, peraltro uno dei più seguiti della rete, ha scatenato la rabbia del portavoce dell’Italia dei Valori Leoluca Orlando che ha giudicato scellerata la decisione di rinunciare a un giornalista di così alta levatura e, ricollegandosi alla scontro tra Santoro e Galimberti, ha paragonato quest’ultimo a una sorta di Ponzio Pilato moderno, incapace di prendere posizione in uno scontro tanto importante. Incredulo di fronte alla decisione di rinunciare a Santoro, ecco il commento scandalizzato di Orlando sulla vicenda:
La decisione di non inserire nei palinsesti autunnali una trasmissione campione d’ascolti come Annozero è gravissima e incomprensibile. Scomoda, invece la posizione del Presidente Galimberti a cui va il compito di spiegare agli otto milioni di telespettatori che seguivano il programma, e che pagano il canone, perché non abbia lottato al fine di tenersi stretto un professionista come Santoro.
Silenzioso pur se perfettamente consapevole della piega presa dalla situazione è lo stesso Santoro che non ha commentato l’accaduto poiché, forte dell’affetto che il suo pubblico ha saputo dimostrargli anche in occasione dell’ultima manifestazione per i 110 anni della FIOM, è consapevole di non aver bisogno di esporsi anche in questo caso.
Per lui, tuttavia, rimane aperta la possibilità di poter partecipare al prossimo autunno Rai in qualità di protagonista esterno sebbene non ne siano state ancora specificate le modalità di questo particolare reintegro. Difficile dire, in questo momento, se il giornalista si dichiarerà d’accordo a questo tipo di misura o se, invece, orienterà altrove la sua attenzione in attesa di trovare uno spazio all’interno del quale il suo modo di fare televisione – che presta il braccio alla politica – non infastidisca i vertici dell’azienda per la quale, da così anti anni, lavora con professionalità e onestà intellettuale.