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La lettera integrale di Fabrizio Corona dal carcere di massima sicurezza (ESCLUSIVA)

Fabrizio Corona ha scritto una lettera indirizzata al Chiambretti Supermaket, della quale sono stati letti alcuni stralci. Su Fanpage la versione integrale con parti esclusive, nonché il cartaceo di ciò che è sembrato essere un atto d’amore verso se stesso, dopo più di un anno di reclusione.
A cura di Eleonora D'Amore
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Fabrizio Corona torna a parlare con il mondo esterno dal carcere di massima sicurezza di Opera, nel quale è recluso dal  17 marzo 2013. Scrive una lunga lettera e la indirizza a Piero Chiambretti, che con il suo "Supermarket" sta attirando nuovamente l'attenzione, tra vendite di Humani, ospiti d'eccezione e commiati notturni bollenti di Belén Rodriguez sulle note di "We are one" (canzone dei Mondiali 2014). Stralci letti in trasmissione, che hanno toccato non poco i telespettatori, lasciandoli in balìa di differenti riflessioni. Su Fanpage in esclusiva potete visionare la lettera integrale con parti inedite appositamente marcate in grassetto e consultare anche la versione cartacea (nell'area sottostante la parte testuale) di ciò che è sembrato essere uno sfogo disperato ma, allo stesso tempo, anche una profonda presa di coscienza dopo più di un anno trascorso dietro le sbarre.

Quando sono entrato in carcere sapevo sarebbe stata una battaglia, e in una battaglia ci sono i momenti di inevitabile sconforto, la sensazione di non farcela, ma l'orgoglioso progetto di ricostruzione che ho deciso di fare su me stesso è stato più forte di tutta la merda che mi hanno tirato addosso in questi 480 giorni di galera.

Mi sono attaccato al senso dell'impresa. Perchè senza impresa non c'è evoluzione, non c'è neanche vita vera. Nel tempo si è creata una fusione tra impresa ed esistenza quotidiana: è un'impresa crescere un bambino, trovare un lavoro, è un'impresa cercare di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, è un'impresa scoprire a che cosa si è chiamati per poi farlo appassionatamente, è un'impresa vivere una situazione sentimentale non ordinaria e saperla reinventare, rilanciare. Sono imprese tante scelte quotidiane. Ma tutto dipende solo da noi. Guai a dimenticarselo! 

Siamo fragili, facciamo un sacco di errori e abbiamo una data di scadenza, ma possiamo creare, costruire, arricchire la vita nostra, delle persone che abbiamo intorno e di tutti quelli che fanno riferimento a noi.

Tutto dipende dalla nostra attitudine, dal nostro dna, dal modo in cui vediamo e viviamo il nostro posto nel mondo. Il futuro appartiene a chi è capace di fondere fantasia, ragione, coraggio, con un forte impegno personale. Io sono stato fortunato, mi è stata data l'ennesima occasione per essere felice. È un ovvietà, ma il successo senza felicità non vale nulla. Oggi ho la forza, la serenità, la consapevolezza per traghettare questo periodo e per costruire qualcosa nella vita che mi dia quella felicità e sicurezza interiore che tutti più o meno cerchiamo.

Mi sono guardato allo specchio e mi sono chiesto: possibile che alla tua età non abbia ancora capito e apprezzato i veri valori della vita? Sei così effimero, così superficiale? Davvero vuoi sprecare la tua vita così? Tra sesso, droga, rock' n' roll, sentimenti “patinati” opportunistici e fasulli? Non ci credo. Quanto tempo dovrai stare in carcere per capire quello che veramente stai perdendo? Credi di essere immortale? E se Corona morisse domani che ne sarebbe della sua vita? Cosa ricorderebbero le persone che ti amano di te? Cosa hai lasciato di buono alle tue spalle? Possibile che tu sia così ottuso? Non credo…

Sono un uomo in lotta con il proprio demone interiore che un minuto pensa di essere una bella persona, un figo, e un minuto dopo sbatte la testa contro il muro perchè si rende conto di ciò che ha fatto: combattere una battaglia giusto nel modo più sbagliato possibile. Oggi ho imparato a credere nei sentimenti, buoni e cattivi che siano. Ho visto cose incredibili nella mia vita, anche orribili. Ho vissuto momenti indimenticabili, ho superato tragedie che mi sembravano insuperabili, insopportabili. Ma sono qua. Nonostante tutto e tutti.

Sono qua per mio figlio, per la vita che ho la fortuna di poter vivere ancora e per quella che ho vissuto. Lo dico e lo scrivo spesso ai miei ragazzi, oggi più che mai; vivete, osate, tentate anche se fallite. Lo dico sempre a mio figlio Carlos Maria: non c'è niente di peggio che le qualità sprecate. Bisogna rischiare, osare, disubbidire e non aspettare che le cose accadano improvvisamente. Siamo noi i padroni del nostro destino. Del nostro futuro.

A Londra un figlio di immigrati pakistani cresciuto in un sobborgo a rischio è diventato prima manager di successo, poi il ministro della cultura di sua maestà, il primo asiatico al governo e i giornali scommettano che sarà il nuovo premier britannico del futuro. Sajid Javid, 44 anni, è cresciuto in un buco dell'inferno senza legge, dove omicidi, stupri, sparatorie, traffico di droga e prostituzione sono all'ordine del giorno. Ma lui è sempre stato determinato. Determinato a uscire dal buco. Aveva fame di affermazione, di successo, di soldi. In vent'anni guadagna milioni di sterline (25 milioni di euro) ma non si monta la testa, telefonava tutti i giorni alla madre. All'apice della carriera economica lascia il posto d'oro per candidarsi alla Camera dei Comuni con i conservatori perchè vuole lasciare il segno. Fatto! Dall'inferno al governo. E quando gli chiedono se pensa davvero di poter essere eletto primo ministro risponde: “la Gran Bretagna è una delle società più aperte e tolleranti del mondo, quindi non conta il colore della pelle, il sesso, la razza, le origini, il cognome, la religione, conta il talento! Talento, attitudine, impegno, sacrifico, cattiveria nella sua accezione positiva, grinta, determinazione ed energia, per cambiare il nostro paese. Per cambiare il nostro futuro.

I nostri giovani devono avere determinazione per cambiare le cose, per superare la crisi, per dimostrare che non sono degli “Sdraiati” (Serra). I giovani devono solo imparare ad avere quella “self confidence” che la nostra società non riesce a trasmettergli. È la capacità di credere nelle proprie idee e saperle vendere! A noi italiani, ai nostri giovani, manca solo questa sicurezza, e a quelli come me che cominciano ad essere vecchi, che hanno sbagliato e imparato, tocca il compito di provare a trasmetterla. Io ci sto provando, partendo da mio figlio.

 

P.s. Ieri mi ha scritto uno dei miei più cari amici, mio “cugino” Ninni: “la tua lettera è straordinaria (mi ha scritto), sentirti parlare di amore mi ha aperto il cuore, tu che hai vissuto di tutto e di più nella vita, dici che alla fine ciò per cui vale la pena vivere è l'amore….”

Fantastico!

Ragazzi, correte e amate… Forza!!!

Fabrizio Corona

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