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La denuncia di Claudio D’Amario contro Fabio e Mingo, esonerati da “Striscia la Notizia”

Fabio e Mingo sono stati esonerati da Striscia la Notizia. La motivazione è ancora ignota, ma gira voce che alla base ci sia un contenzioso in atto con la Asl di Pescara, nella persona del direttore generale Claudio D’Amario, protagonista del precedente servizio dei noti inviati, dal titolo “Ok il prezzo è triplo”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Fabio e Mingo sono stati esonerati da Striscia la Notizia e a darne l'annuncio è stato il Gabibbo nel corso dell'ultima puntata del noto tg satirico. L'ufficio stampa di Striscia si è tenuto sul vago e, interpellato da Il fatto quotidiano, ha così commentato la vicenda: “Non possiamo aggiungere altro. Il vero motivo lo conoscono soltanto Antonio Ricci e il Gabibbo. I tempi per la verifica non li sappiamo. Stanno verificando le segnalazioni, ma di solito non sono cose che vanno per le lunghe”. Il campo di ipotesi continua ad espandersi, ma comincia a diventare sempre più probabile che alla base possa esserci un contenzioso con la Asl di Pescara, che dura ormai da qualche giorno.

Fabio e Mingo, infatti, avrebbero realizzato un servizio dal titolo "Ok il prezzo è triplo", andato in onda il 13 aprile 2015. In suddetto servizio, Mingo ha mostrato uno stabile sito in via Rigopiano (a Pescara, appunto) pagato, nel 2012, 900mila euro dall’imprenditore Ermanno Cetrullo e di recente acquistato dall'Asl di Pescara esattamente ad un costo triplo, ossia 2,8 milioni di euro. Fabio e Mingo si sono quindi recati nell'ufficio del direttore generale della Asl in questione, Claudio D'Amario, per chiedere spiegazioni e hanno raccolto queste dichiarazioni: "Lei deve capire che quando si compra tra privati, si fa quel che si vuole. Si possono mettere anche cifre che non corrispondono a quelle reali, perché questo è possibile tra privati. Io, quindi, non so quanto è stato pagato davvero questo edificio".

D'Amario: "Denunceremo ‘Striscia' per calunnia e diffamazione"

Successivamente, lo stesso Claudio D'Amario ha rilasciato un'intervista a Il Centro (edizione Pescara), nella quale ha palesato la volontà di denunciare per calunnia e diffamazione il noto tg satirico, adducendo queste motivazioni:

Io non mi lascio intimidire né dalle giornalate né dai programmi di ballerine e canzonette. Però, sono basito del fatto che una testata con 8 milioni di telespettatori, seppur satirica, manipoli le informazioni. Striscia la notizia ha mandato in onda immagini di un capannone abbandonato e cadente, ma noi non compriamo supermercati in disuso. Il servizio trasmesso è stato un’offesa per la Asl e anche per me […] Io sono stato al gioco perché so come funziona l’informazione. Avrei potuto negare l’incontro perché ero impegnato a lavorare, invece, per quasi mezz'ora ho spiegato agli inviati le motivazioni dell’operazione di acquisto, a partire dalla necessità di abbattere il costo degli affitti, ma la realtà dei fatti è stata deformata e, pertanto, denunceremo Striscia la notizia per calunnia e diffamazione, chiederemo il sequestro della puntata e il risarcimento dei danni subiti dalla Asl e anche da me stesso: sono stato dipinto come un imbroglione o un cretino e, a causa di questo servizio, la mia carriera potrebbe risentirne con possibilità precluse. Stiamo valutando quale è la procura di competenza, Milano, Roma o Pescara, poi, presenteremo la querela.

Il quotidiano online ha tenuto anche a precisare che Striscia la notizia sarebbe caduta in un clamoroso errore: il tg di Antonio Ricci, infatti, avrebbe mostrato le immagini di un supermercato chiuso e fatiscente, mentre il vero immobile acquistato dalla Asl di Pescara si troverebbe invece alle sue spalle. D'Amario ha inoltre smentito quanto riportato da Mingo nel servizio "Ok il prezzo è triplo", in merito al disappunto della Regione Abruzzo sull'acquisto di suddetto immobile: "Poi, è stato prospettato che la Regione fosse contraria e invece non è andata così: la Regione non ha fatto altro che chiederci se l’operazione rientrava nella programmazione che ci era stata richiesta. Noi abbiamo risposto di sì e spiegato da dove sarebbero arrivati i fondi, attinti a disponibilità risalenti al 2005: se non avessimo speso quel finanziamento, lo Stato se lo sarebbe ripreso. E con quei fondi non si sarebbe potuto fare altro che un investimento in termini di sviluppo, infrastrutture e tecnologie. I 4 milioni di euro destinati ai lavori per l’immobile di via Rigopiano non serviranno a rifare i mattoni ma per contenimento energetico, cablaggio e innovazioni tecnologiche e arredamento. E poi la Asl ha piena autonomia nel decidere gli investimenti rapportando costi e benefici".

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