C'è stato un tempo in cui il sabato sera televisivo era sinonimo di varietà. Oggi significa solo una cosa: Maria De Filippi. La crisi del sabato sera di Rai1 è esplosa in modo definitivo e drammatico proprio nel tempo del resto a casa, della massima esposizione e visibilità possibile, con un enorme pubblico potenziale sul divano. Perché se gli altri giorni della settimana sembrano sorridere a Rai1, lo dimostrano gli ascolti faraonici delle fiction, è proprio il sabato sera a mostrare la drammatica carenza di propositività da parte di Rai1 in fatto di intrattenimento.
Il crollo dell'impero
Una crisi che è strettamente connessa, difficile dire se causa o effetto, alla sudditanza psicologica del servizio pubblico nei confronti di Maria De Filippi e dei suoi schemi. Quest'anno di pandemia ha ampliato ancora di più un divario che fino a due stagioni fa sembrava limitarsi alle settimane di messa in onda di C'è Posta per Te. L'effetto delle restrizioni Covid ha allargato la forbice e ha permesso prima Tu Si Que Vales e poi al serale di Amici di adeguarsi agli standard del format ventennale di Maria De Filippi, portando a casa risultati di ascolti impensabili fino a qualche tempo fa. Picchi del 30% di share, medie prossime ai 6 milioni di telespettatori. Il risultato è che Rai1, dopo gli esperimenti disastrosi di A grande richiesta e serate evento come quella di Christian De Sica, propone film e fiction per contenere i danni. La replica di Sotto Copertura del 10 aprile rappresenta, simbolicamente, la pietra tombale del sabato sera di Rai1.
L'illusorio sabato della cultura, quando Angela che batteva De Filippi
L'ultima speranza di una Rai in grado di contrastare il predominio defilippiano con una proposta alternativa è nel segno della cultura, porta il nome di Alberto Angela. Un sogno, col senno di poi un'illusione, che Rai1 ha coltivato e cavalcato per una sola stagione, riscontrando grande interesse del pubblico e riuscendo addirittura nell'impresa di tenere testa all'intrattenimento di Maria De Filippi. Soluzione eccezionale che rispondeva alla doppia missione dei numeri e dell'orgoglio per un servizio pubblico capace di rendersi autonomo da Mediaset con una proposta di spessore e di successo. Un'illusione appunto, alla quale Rai1 non ha dato seguito, ridimensionando quindi lo stesso concetto della cultura al sabato sera, riducendo quel successo alla soluzione personalistica di Alberto Angela.
L'ossessione del varietà
Una parola che perseguita Rai1: varietà. Per anni la rete è stata ossessionata da questo termine che deve la sua gloria ad anni in cui la Rai aveva saputo produrre intrattenimento di qualità grazie a grandi interpreti che si prestavano alla televisione e che hanno fatto la storia di questo mezzo in Italia. La traduzione migliore del varietà la Rai l'aveva trovata nella stagione dei one-man show, nei primi anni Duemila, grazie alle fortune di Fiorello e Panariello.
Poi c'è stata una insistenza immotivata nel rincorrere quella stessa idea, a dispetto di gusti del pubblico in movimento ed evoluzione. Anni in cui si è lasciato campo libero a Maria De Filippi per dissodare il terreno del sabato sera e seminare. Poche volte in questi ultimi anni Rai1 è riuscita a imporsi al sabato sera con qualcosa che somigliasse vagamente al varietà. Si è trattato di casi sporadici, situazioni episodiche come gli show di mostri sacri del calibro di Massimo Ranieri e Gigi Proietti.
Il caso di Ballando con le stelle
Menzione a parte merita Milly Carlucci, che con la sua abnegazione è riuscita in questi anni, con alterne fortune, ad opporre resistenza a Maria De Filippi con Ballando con le Stelle. Uno show che è riuscito a ritagliarsi una sua fetta di pubblico, cambiando e crescendo con il passare degli anni, acquisendo una sua autonomia rispetto al format internazionale. Una lodevole resistenza che tuttavia non può sottrarsi ad una constatazione: il modello Ballando con le Stelle dimostra come la Rai, da un certo punto in poi, si sia trovata obbligata a contrastare Mediaset giocando una partita basata su regole scritte dalla concorrenza.
Cosa resta del sabato sera di Rai1?
Le voci di una presunta fuga dal sabato di Carlo Conti, di ritorno con il suo Top Dieci, sono sintomatiche dello stato dell'arte. Che l'ex conduttore di Sanremo resti al sabato o si sposti al venerdì, il sentimento generale è quello di una Rai1 che ha definitivamente abdicato al proprio ruolo di leader della prima serata del sabato. Da tempo la sensazione circolava nell'aria, quest'anno sembra diventata una sentenza definitiva.