Il papà di Marina Fiordaliso: “Dovevo morire io anziché mia moglie, mi manca molto”
La puntata di Live – Non è la D'Urso di domenica 19 aprile ha visto tra i protagonisti la cantante Marina Fiordaliso e il padre Auro, entrambi guariti dal coronavirus. Alla malattia, purtroppo, non è sopravvissuta la madre Carla, morta in ospedale. Molto toccante la testimonianza, in collegamento con il programma di Barbara D'Urso in una serata, ancora volta, dedicata in gran parte all'emergenza sanitaria.
Fiordaliso è guarita dal coronavirus
Il virus ha colpito quasi tutta la famiglia di Fiordaliso, sorella compresa. Qualche giorno fa, dopo aver pianto la scomparsa della madre, la cantante ed ex naufraga dell'Isola dei Famosi fortunatamente ha confermato di essere guarita:
Si è ammalata mia sorella, che è andata subito a isolarsi in campagna. Poi mi sono ammalata io insieme a mia madre, e poi mio padre. I miei fratelli per fortuna sono stati risparmiati. Sono andata in quarantena e poi ho dovuto aspettare l'esito del tampone. Piacenza è una delle città più colpite e non te lo fanno così facilmente. Sono 3 giorni che mi hanno detto che sono negativa. Nel frattempo papà è arrivato a casa e ha fatto la sua quarantena, ma deve fare ancora il tampone. Ha 91 anni, è una roccia.
Le parole di Auro Fiordaliso
Molto toccanti le parole del signor Auro, ammalatosi mentre assisteva la moglie: "Mia moglie mi manca molto. Io sono guarito, ma invece di andare via lei dovevo andare via io che sono più anziano. A trasmettermi il virus è stata mia moglie". Barbara D'Urso ha cercato di consolarlo lodando la forza con cui l'uomo, a dispetto dell'età avanzata, ha affrontato la malattia. Il papà di Fiordaliso ha spiegato di aver lamentato sintomi non gravi e ha sottolineato come la reazione psicologica sia importante.
Ho provato una sensazione di soffocamento, come se stessi annegando. Devi respirare piano piano, se ti fai vincere dalla paura è finita. Per due giorni mi è venuta la febbre e ho fatto venti giorni di ricovero e ora mi dicono di esser guarito. Mi hanno dato l'ossigeno ma in modo leggero, solo per 4-5 giorni. Continuo a stare in autoisolamento. Bisogna battagliare. Quelli che erano con me in ospedale li hanno dimessi con la barella, io sono uscito coi miei piedi. Bisogna combatterlo anche psicologicamente, senza farsi prendere dal panico.