Il Festival di Sanremo celebra se stesso: Mahmood è la più grande vittoria di Claudio Baglioni
"Nessuno saprà se in questo Festival c'è troppo spettacolo o troppo concorso" ha detto Baglioni introducendo l'ultima serata del 69° Festival di Sanremo prima di augurarsi che sia stato, alla fine un buon festival. Anche questo Festival ce lo siamo messi alle spalle e ancora una volta abbiamo dovuto confrontarci per cinque serate con musica, polemiche, sketch e tutto quello che alla fine ci porta ogni anno a guardare il Festival, uno dei pochi programmi, ormai, a potersi permettere quella mole di telespettatori, nonostante i cali.
Mahmood è il vincitore, ma per un secondo abbiamo rischiato. Ancora una volta è stato un outsider a vincere il Festival, come successo con Francesco Gabbani due anni fa con un percorso simile. Mahmood è una vittoria di Baglioni, della sua idea di Festival, di questa volontà di tentare una strada diversa e anche del suo Sanremo Giovani da cui proviene Mahmood. Spiace per Ultimo, anche lui "creatura baglioniana" e anche lui in linea con l'idea del direttore, che avrebbe meritato per quello che ha fatto. Mentre lui potrà consolarsi con tutti i sold out del tour per Mahmood comincia una nuova avventura.
Questa sera, insomma il festival celebra se stesso: "Ha vinto la musica, hanno vinto le speranze e coloro che confidano in quello che accadrà domani", è un'altra delle frasi detta all'inizio dal conduttore. Su questa cosa ci sentiamo di essere d'accordo, perché se lo spettacolo in più punti ha lasciato a desiderare e qualche volta è stato anche un po' noioso, l'impianto musicale – quindi oltre la singola canzone – ha dato una scossa all'idea a quello che solitamente siamo abituati ad associare al Festival: la canzone sanremese di cui spesso si parla, quella della melodia e del bel canto, ma fin da subito si è capito che i suoni erano più contemporanei del solito, anche i testi erano più lavorati, almeno nella grande maggioranza, meno cuore/amore con un bel po' di sorprese, almeno per chi non segue puntualmente quello che succede nella musica italiana contemporanea e Mahmood, appunto, è il giusto finale. Da questo momento possiamo ricominciare il totoconduttore per il 2020.