Il Collegio 3, Gabriele De Chiara: “Il momento peggiore? L’espulsione dei miei compagni”
Una delle rivelazioni di questa stagione televisiva è "Il Collegio 3", il factual-reality di Rai2 giunto alla sua terza edizione. Dopo le prime due stagioni di rodaggio, il programma sembra essere riuscito ad infrangere gli argini del suo pubblico di riferimento. Il Realizzato da Rai2 in collaborazione con Magnolia – Banijay Group, "Il Collegio" ha il merito di aver riavvicinato alla Tv un pubblico giovane tradizionalmente lontano dalle reti generaliste.
La chiave vera del programma è il cast di studenti teletrasportati in un collegio del 1968. Per capirli meglio non potevamo fare altro che provare a scoprire qualcosa in più su di loro. Per questo, abbiamo inviato le stesse domande a tutti i ragazzi del Collegio, nel tentativo di approfondire la loro esperienza e comprendere chi siano fuori dalle mura dell'istituto, quale sia il loro rapporto con la scuola di ieri e di oggi, cosa guardino in televisione (ammesso che la guardino).
Chi è Gabriele De Chiara
Gabriele De Chiara ha 16 anni e vive a Roma. Tra i ragazzi che più si sono fatti notare nelle prime puntate de Il Collegio 3, per essersi salvato in extremis da un'espulsione che non ha invece risparmiato i suoi compagni. Adora gli sport e pratica principalmente la pallanuoto, riesce a conseguire eccellenti risultati scolastici, dimostrando ottime capacità intuitive. Tanti tra i suoi follower su Instagran si chiedono se Gabriele De Chiara ha una fidanzata, ma in realtà lui non pare aver dato molti segnali in questo senso e in fondo sono fatti suoi. Di una cosa è innamorato: la sua macchina (immaginiamo una versione 50) con cui gira per la città e che gli permette di ascoltare buona musica. Il resto ce lo racconta in questa intervista.
Gabriele, raccontaci la cosa che più ti ha sconvolto della scuola del passato e quella che ti piacerebbe ritrovare nella scuola di oggi.
La cosa che più mi ha colpito è senza dubbio la rigidità del rapporto tra studenti e professori e l’approccio “arcaico” del metodo educativo. Oggi, invece, la figura del professore ha acquistato una carica di umanità che crea empatia con gli studenti apportando indubbi riflessi positivi nell’apprendimento.
Con chi hai legato di più in Collegio? E chi, invece, non ti andava proprio a genio?
Ho legato di più con le gemelle, Michael, Evan, Matias, Luca e Youssef. Non c’erano persone che non mi andavano a genio, semplicemente non condividevo alcuni atteggiamenti all’interno di questo particolare contesto. Ma alla fine le comprensibili schermaglie si sono volatilizzate, almeno da parte mia.
Prova scritta di sintesi: dicci chi sei utilizzando non più di 80 parole (puoi anche sforare, ma senza esagerare).
Vivo a Roma ma ho trascorso la mia infanzia a Napoli. Ho una grande passione per lo sport, la musica e la lettura; frequento il Liceo classico. Penso di essere un tipo socievole e cordiale. Ho un carattere molto forte e mi pongo degli obiettivi facendo di tutto affinché questi si concretizzino. Da questo punto di vista emerge il mio lato testardo, infatti a volte non capisco quando è il momento di fermarmi.
Il programma vi sta dando grande popolarità, avete migliaia di follower su Instagram. Pensi a un futuro nel mondo dello spettacolo o vuoi fare altro da grande?
Sicuramente il programma ci ha lanciato dal punto di vista mediatico e mi piacerebbe vivere ulteriori esperienze nel mondo dello spettacolo. Però ora mi sto concentrando sulla scuola e sullo sport.
Qual è il commento più bello che hai letto su di te in queste settimane? Pensi che il pubblico abbia capito chi sei?
Premesso che sono un ragazzo che ha davvero tantissimi impegni, cerco sempre di interagire con chi mostra interesse nei miei confronti. Con una ragazza, che mi ha scritto perché si sentiva bullizzata e non accettata dai suoi compagni di classe, abbiamo parlato e discusso molto. Ora ne sta uscendo e di questo ne sono davvero felice.
Avevi mai visto Il Collegio prima di far parte del programma?
No, ho visto solo dei video su Youtube. In generale avevo sentito parlare di questo interessante format televisivo.
Guardi molta o poca televisione? Quali programmi ti piacciono?
Guardo principalmente programmi sportivi, ma non sono un tele-dipendente.
Che idea ti sei fatto dei professori? Chi era il tuo preferito?
I professori erano persone davvero preparate, il mio preferito? Penso sia il prof. Maggi, con lui c’erano sempre sguardi d’intesa quando, durante la lezione, si palesava qualche latinismo.
Molti dall'esterno si chiedono quanto fossero naturali i vostri comportamenti. Pensi che le telecamere ti abbiano condizionato?
Non mi hanno influenzato, ma da questa esperienza, soprattutto vivere 24 ore insieme ai miei coetanei, mi ha fatto crescere e cambiare in positivo.
Alla fine cosa ti resta di questo 1968?
Conoscevo indirettamente le istanze e le proteste portate avanti dai ragazzi del 68 ma la possibilità datami dal Collegio di immergermi in quell’epoca mi ha procurato sensazioni uniche.
Ultima, senza spoiler: il momento più difficile e il tuo ricordo più bello di questa esperienza in Collegio.
Il momento più bello è stato il periodo di autogestione, il più brutto, invece, è stata l’espulsione dei miei compagni ed il pensiero di non poter più condividere anche con loro questa bellissima esperienza.