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“Il caso Enzo Tortora. Dove eravamo rimasti?” su Rai 1 ed è già polemica

Il regista e protagonista Ricky Tognazzi difende la miniserie in due puntate per la Rai dedicata ad Enzo Tortora, rispondendo anche alle perplessità delle figlie Gaia e Silvia che non sarebbero state invitate all’anteprima a Napoli ma che non intraprenderanno una battaglia legale.
A cura di Fabio Giuffrida
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enzo tortora

Era il 17 Giugno del 1983 quando uno dei conduttori televisivi più amati in Italia, Enzo Tortora, venne arrestato perchè accusato di associazione per delinquere di stampo camorristico da parte della Procuta di Napoli a seguito delle dichiarazioni di alcuni camorristi pentiti ("in cerca di sconti di pena" secondo Il Giornale). Quello è l'inizio di un incubo per un uomo che tutti definirono onesto e riservato; di certo non poteva avere rapporti con la camorra e coi loro loschi affari. Una storia che adesso verrà rispolverata per la miniserie in due puntate per la Rai "Il caso Enzo Tortora. Dove eravamo rimasti?" dove il protagonista indiscusso (nei panni di Enzo Tortora) sarà Ricky Tognazzi nel doppio ruolo di regista. La fiction andrà in onda su Rai 1 (qui il palinsesto autunnale) il 30 Settembre e il 1 Ottobre, prodotta da Rai Fiction e Italian Internationa Film, mentre tra gli sceneggiatori figura anche la moglie di Tognazzi, Simona Izzo. Non sarà – giurano i produttori – un tentativo di strumentalizzare il caso, di fare l'ennesimo attacco alla magistratura, sarà invece l'occasione per fare luce sulla vicenda. Ma le figlie di Tortora, Silvia e Gaia non ci stanno. Gaia Tortora, giornalista del Tg La7 diretto da Enrico Mentana, ha infatti dichiarato al Corriere della Sera:

Mi è stato inviato in gran fretta il testo della fiction. L'ho letto attentamente e non mi è piaciuto: è tutta una cosa romanzata che non esiste proprio, che non ha attinenza con la realtà. Il signor Tognazzi, a suo tempo, mi aveva risposto che quando si fa una fiction bisogna spingere su determinati aspetti piuttosto che su altri.

Gaia Tortora ha annunciato che non intraprenderà una battaglia legale contro i produttori e gli sceneggiatori della miniserie. Domani, però, quasi sicuramente nessuno della famiglia si presenterà all'Auditorium Rai di Napoli per assistere all'anteprima perchè "nessuno li ha invitati":

Non so nemmeno se la guarderò in tv […] Non farò nessuna querela, ognuno fai i conti con la propria coscienza.

La produttrice Paola Lucisano è venuta incontro alla famiglia Tortora, accogliendo tutte le loro richieste come quella di affidarsi al libro Fratello segreto scritto da Anna Tortora piuttosto che ad Applausi e sputi scritto da Vittorio Pezzuto. Dopo, però, i rapporti con la famiglia di Enzo Tortora si sono interrotti, ha precisato al Corriere la produttrice:

Abbiamo inviato alle figlie l'ultima stesura della sceneggiatura, dopodiché non abbiamo più avuto loro riscontri.

Il regista e protagonista Ricky Tognazzi difende il suo operato e ammette che "non ha puntato su un'imitazione del personaggio" ma ha cercato di calarsi con discrezione nei panni di Enzo Tortora "tentando di emulare il suo spirtio combattivo".La moglie Simona Izzo (nel cast di Pechino Express) ha rincarato la dose confidandosi al quotidiano La Repubblica:

Abbiamo rispettato i sentimenti di tutti, spero che Silvia e Gaia si possano ricredere. Per ora le abbiamo invitate alla proiezione di venerdì a Napoli.

Al Premio Turi Ferro 2012 Tognazzi e Izzo avevano parlato della fiction e del messaggio che avrebbero voluto trasmettere:

Una fiction, sceneggiata da Simona Izzo, che non aveva bisogno nemmeno di ulteriore drammaturgia. Un uomo come Enzo Tortora che, accusato di un reato che non aveva commesso, muore forse per rabbia. E’ stato un martire, anzi un eroe dei suoi tempi. Gli è stato fatto tanto male e questo film cercherà di fare luce sulla sua vicenda. Tortora parlava di 28 mila italiani in attesa di giudizio in carcere, oggi la situazione non è affatto cambiata, è sempre pessima. Dobbiamo darci da fare per superare questo grave problema.

Duro attacco del Secolo d'Italia alla sinistra con un titolo secco "Tritacarne mediatico, la sinistra segua la fiction su Tortora e provi a riflettere". Un articolo a firma di Antonia Basciani che scrive:

Anche allora entrò prepotentemente in gioco il tritacarne mediatico e giudiziario. Lo stesso tritacarne che oggi continua ad agire indisturbato, modificando gli equilibri politici e spesso creando le condizioni per i cosiddetti golpe istituzionali. Il tutto con il colpevole e complice silenzio della sinistra, ostile a qualsiasi riforma della giustizia. Una sinistra che forse farebbe bene a seguire le due puntate su Enzo Tortora, quantomeno per provare a riflettere.

Fine tragica per Enzo Tortora che, dopo essere stato assolto con formula piena nel 1986 dalla Corte d'Appello di Napoli e nel 1988 in modo definitivo dalla Cassazione, morì nello stesso anno per un tumore.

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