Gomorra fa ascolti record, questa serie è capace di cambiare la tv italiana?
"La tv cambia" scrive su Twitter Andrea Scrosati, vicepresidente di Sky, sorpreso (ma forse non troppo) dagli ascolti esorbitanti ottenuti dalle ultime due puntate della prima stagione di Gomorra La Serie. Forse Scrosati non ha torto, ma sicuramente ha ben donde ad essere fiero di questo risultato, cercato, costruito per tre anni, al netto di tante difficoltà per la realizzazione di un progetto complesso ed elaborato, nonché pretenzioso. 822.000 telespettatori con il 2,61% di Share per il primo dei due episodi conclusivi, 874.000 con il 2,76% per il secondo. Complessivamente la permanenza è dell'88%. La prima puntata, connotata già da un risultato di pubblico eccezionale, avendo doppiato per ascolti "Romanzo Criminale" ed eguagliato i risultati degli eventi sportivi di punta, di telespettatori ne aveva registrati poco più di 600mila. La seconda stagione, annunciata per l'anno prossimo, non può che promettere risultati ancor più rigogliosi.
#gomorralaserie ep.11: 822.000 con l’2,61% di Share, ep.12: 874.000 con l’2,76%.Permanenza al 88%… #latvcambia
— andrea scrosati (@andreascrosati) 11 Giugno 2014
I gruppi d'ascolto, gli scambi di opinione dal barbiere
Quelli degli ultimi due episodi sono numeri letteralmente incredibili, che a guardarli così non rendono l'idea della loro consistenza, sia perché andrebbero adeguatamente rapportati a quelli della tv pubblica e in chiaro, sia perché non tengono conto Gomorra abbia invaso e condizionato le conversazioni di strada, il chiacchiericcio da parrucchiere, generando una curiosità di rara portata che nei tempi recenti abbiamo difficilmente rilevato se non associata a qualcosa che trattasse le categorie calcio, Beppe Grillo, Berlusconi o Gabriel Garko. Ma non sorprendono i gruppi d'ascolto accalcatisi davanti ai televisori oppure i pronostici su come si sarebbe comportato Ciro l'immortale nella puntata successiva. Per la verità questi sono tipi di manifestazioni che conosciamo fin troppo bene.
Un successo programmato, niente di casuale
Il fattore di novità che invece può spingere la tv italiana a migliorarsi è semmai un altro e cioè che Sky il successo di Gomorra lo abbia interamente programmato, costruito perché non potesse avere alternative, che i titoli magnificenti ed entusiastici dei suoi Tg h24 li avesse già pronti nel cassetto da mesi e che, nel successo di questa serie non vi sia nulla, ma veramente nulla di casuale. A pagina numero uno di un ipotetico manuale di comunicazione c'è scritto che una delle tecniche per garantire a qualcosa il successo è dire che sia un successo prima che questi lo sia effettivamente diventato. In relazione a Gomorra (come per tutti i suoi prodotti in generale) Sky ha cominciato ad adottare questo metodo elementare mesi e mesi fa, con l'autorevolezza di cui si può vantare e con la convinzione di avere tra le mani qualcosa di sostanza, una serie e non una fiction altamente competitiva, senza eguali in Italia (dove il livello della serialità è notoriamente scarso); una serie soprattutto divisiva, per l'argomento e le ambientazioni da sempre capaci di generare dialettica tra i pro e i contro, oltre che per il personaggio simbolo dell'operazione, Saviano, uno che si encomia oppure si disprezza. Inoltre, Sky l'ha sponsorizzata conferendo alla propria cerchia di telespettatori selezionati la convinzione che quella serie televisiva fosse il risultato delle loro richieste, la terra promessa che da anni andavano cercando dopo la sacrificata ma doverosa scelta dell'esodo dalle reti pubbliche e commerciali non a pagamento.
Con Gomorra inizia una rivoluzione?
Insomma, quella messa su da Sky è una enorme operazione mediatica studiata a tavolino che sarebbe capace di rendere epocale anche qualcosa che non lo meriti realmente. Figurarsi se poi ci sono pure i presupposti perché questo titolo possa meritarselo. La sintesi è che se pure Gomorra non sia in grado (almeno non da sola) di cambiare radicalmente la televisione italiana, è stata fatta passare l'idea che il 2014 sia l'anno zero di una nuova era, cioè che, giusto per citare Scrosati, la tv stia realmente cambiando grazie a Sky. In fondo tra le due cose, l'essere o l'apparire, una differenza reale non c'è mai stata. In fondo, non si sa mai se e quando una rivoluzione sia veramente iniziata.