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“Furore”, la fiction ironizza sui calabresi e fa discutere. Gli autori: “Non è razzista”

“Furore”, la fiction sui meridionali fa discutere per battute come: “Una mia amica ha fatto allattare il figlio da una balia calabrese ed è venuto su completamente stupido”. Con Francesco Testi e Giuliana De Sio, andrà in onda su Canale 5 dal 14 maggio.
A cura di G.D.
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Non è ancora andata in onda la prima puntata ma già fa discutere "Furore", fiction prodotta da Ares Film e proposta da Canale 5 a partire dal prossimo 14 maggio. Battute come "Una mia amica ha fatto allattare il figlio da una balia calabrese, sai cos'e' successo? E' venuto su completamente stupido" unito ad un plot che racconta storie di meridionali emigrati al Nord in cerca di fortuna, sollevano già un vespaio di polemiche, prontamente rispedite al mittente dal produttore Alberto Tarallo che in conferenza stampa ha smentito si possa trattare di una fiction che accentua un certo razzismo "nordista":

Non siamo ridicoli, visto che la realtà ha già superato di gran lunga la fantasia: la mia famiglia ha vissuto sulla propria pelle certe cose trasferendosi da Napoli in Liguria negli anni '50.

Storie di emigranti. Saranno le vicende dei fratelli Vito e Saro Licata a tenere banco, con il loro viaggio da Sud a Nord in cerca di fortuna. I protagonisti al centro della narrazione saranno interpretati da Francesco Testi e Massimiliano Morra, protagonisti di una reale scazzottata che ha rubato la scena nel mondo del gossip nei giorni scorsi. Arrivati in una cittadina ligure, i due dovranno fare i conti con la borghesia del Nord, poco propensa ad accettare l'integrazione in società degli emigranti. Alberto Tarallo racconta i dettagli della sua infanzia, visto che la storia sembra davvero abbia attinto alla sua esperienza personale:

Da Napoli con la mia famiglia ci trasferimmo in Liguria. A un ragazzino presero un quaderno e lo buttarono nella fontana. Nel piccolo centro il razzismo era molto forte. A Genova, invece, come mi ricordava Tullio Solenghi il razzismo non c'era, forse perche' era una grande citta'. A me invece dicevano che puzzavo, cosi' comprai un profumo. Fino a quando ho picchiato alcuni bambini ferendoli: mia sorella mi regalo' un sampietrino da nascondere nella cartella.

Se per alcuni il conflitto sociale tra Nord e Sud potrebbe puntare a dare una visione razzista dell'Italia settentrionale, i protagonisti della fiction ribattono aspramente. Così Alessio Inturri, il regista di "Furore":

Abbiamo girato in Liguria, ma non abbiamo nulla contro i liguri. Non abbiamo raccontato una storia realmente accaduta in quei luoghi, potevamo girare in Veneto, Lombardia o Piemonte.

Il tema del razzismo è dunque sottolineato, ma non esasperato. Tra le attrici spicca il nome di Giuliana De Sio, napoletana doc, che interpreta il ruolo di Ira Voglino, una "comunista e sindacalista meridionale" che si batterà nella lotta operaia, caldissima in quegli anni:

Sono una donna pensante che avrà una relazione con un operaio (il Saro interpretato da Massimiliano Morra, ndr). Sono sindacalista, femminista, comunista e meridionale: interpreto personaggi forti, mi dicono, ma io non ho mai visto personaggi mosci.

"La fiction costa la metà di una prodotta dalla Rai" – questa la risposta scherzosa di Antonino Antonucci Ferrara, direttore della fiction, che in riferimento ai costi di produzione ha specificato che costa il 30% in meno rispetto alla media di un prodotto della Rai.

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