108 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Di blatte blaterare, nei Tg è sport nazionale

I Tg nazionali e regionali hanno colto la palla al balzo per creare del sano allarmismo sul rischio epidemia da blatte, che a Napoli disgustano ma attirano allo stesso tempo. Vero o meno che sia, rimane un atteggiamento di informazione superficiale..
A cura di Andrea Parrella
108 CONDIVISIONI
blatta11

Giganti, lunghi un dito, le ali crescono prima dell'estate. Stanno sviluppando forme di intelligenza avanzata, è stato inviato il primo scarafaggio nello spazio, ci divoreranno a breve. Il passo tra i primi esempi e i secondi pare enorme, ma visti i tempi dell'informazione, ci manca poco che si termini a scaricare sulle blatte tutti i problemi, compresa la mancanza di share che comporta la realizzazione di servizi sul loro proliferare a Napoli. Improvvisamente la notizia è venuta fuori con enorme forza d'urto. E' bastato parlare di epidemia, anche solo citarla perché la già poca sicurezza in noi stessi di questi tempi, venisse scalfita dalla paura di un male derivante da questi infimi esseri rossi e volanti, barbari d'oltre confine che hanno invaso l'impero raggiungendo quasi Roma, che trema. Roba che nemmeno i Visigoti di Alarico.

Il terrorismo psicologico è più sedante di qualunque catastrofe, immobilizza il popolo, lo rende inerme costringendolo ad affidarsi alla speranza. Ora, cosa succede? Che da sabato che la notizia è venuta fuori, i Tg si sono dilettati nell'alimentare un appetitoso argomento estivo, uno splendido salvagente di conversazione da spiaggia, degno dei più inesauribili luoghi comuni sul clima. L'invasione delle blatte a Napoli si candida a valido erede della vicenda immondizia (sono due cose non casualmente correlate) e conta di assestarsi per qualche giorno a quote di share piuttosto importanti. A vedere i servizi messi in piedi dal Tg1 e dal Tg3 regionale, si pensa ad un'emergenza nazionale che rischia di mettere in serio pericolo tutta la penisola.

Inoltre, contro il Tg5 si sono scagliate le Eolie, intese come arcipelago, dopo che con sicumera assoluta è stato stabilito che il fenomeno blatte sia una loro colpa, dei viaggi in nave che li avrebbero portati qui: dalle Eolie si chiedono da dove provenga l'affidabilità di questa fonte. Ma il Tg di Mimun non è stato capito: questo servizio voleva forse essere un corollario dell'onomatopeica nuova rubrica Tg Bau&Miao. Pare che fino a cinque anni fa di blatte non ce ne fossero, o meglio che ci fossero gli "scarafaggi napoletani", diversi da questi strani mutanti alati. Il discorso rimane come riportare un notizia, il modo che si utilizza. Servirà a ben poco gridare al rischio epidemia quando c'è poco fondamento dietro notizie di questo tipo. Sono stati gli stessi esperti a ridimensionare la cosa dicendo che si tratta di un fatto risolvibile, più che altro, con la cura delle strade e semplici operazioni di routine da parte del comune.

Resta chiaro che se dilagano sporcizia e noncuranza e queste operazioni non si fanno il rischio epidemia c'è, ma la colpa non sarà certo degli scarafaggi.  Assistere alla corsa alla notizia da parte dei Tg e dei giornali dopo una banalissima Ansa di un sabato mattina di inizio luglio sembra una cosa che, se non è disonesta, sfiora i limiti dell'onestà. Con la salute della gente non si scherza, soprattutto perché la stessa informazione ci ha insegnato a percepire e vivere la nostra salute in maniera patologicamente ansiolitica, senza preoccupazione per la prevenzione, ma solo allarmismo per emergenze improvvise. Di blatte blaterare è divenuto uno sport nazionale e non è un caso che la radice delle due parole si riduca ad un semplice "bla-bla".

108 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views