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Opinioni

Dalla farfalla ai capezzoli di Belen, in dieci anni non è cambiato niente

Quello che è successo nell’ultima puntata di C’è Posta per Te è uno spunto per riflettere sulla percezione generale del corpo e della nudità e uno schema persistente della televisione generalista, in cui malizia, prurigine e vedo non vedo continuano ad avere la meglio su tutto il resto. Oggi come dieci anni fa.
A cura di Andrea Parrella
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E alla fine si parla sempre di lei. Da dieci anni, ormai, Belen Rodriguez è indiscutibilmente il personaggio più dibattuto del gossip e della televisione italiana, impossibile non darle atto di sapere benissimo come riuscire a ravvivare la fiamma del chiacchiericcio su di sé proprio quando è sul punto di spegnersi. La showgirl argentina è stata ospite dell'ultima puntata di C'è Posta per Te, chiamata in studio da Luciana Littizzetto, il cui sketch è stato travolto da un "dettaglio invisibile". Il virgolettato ironico è d'obbligo e no, la gravidanza non c'entra.

Si parla di trasparenze, nello specifico di capezzoli, particolare che prorompe ma che Belen attende sia Luciana Littizzetto a rimarcare: "Beh ma lei ha un vestito di pelle di salsiccia, si vede tutto". Non tarda ad arrivare la risposta: "Ma sai che ero troppo casta? Ho provato a mettere i copricapezzoli, ma si vedevano lo stesso, ho tolto il reggiseno, ma li puoi comprare anche tu, ci sono quelli in silicone, li vuoi ho una scorta!?". Manco a dirlo, l'elemento minuzioso è stato il sottotesto della partecipazione stessa di Belen, ha fagocitato il flusso di commenti sui social e, c'è da scommettere, un bel po' di chat Whatsapp. A supporto della viralità del momento c'è anche un dato numerico esemplificativo, se consideriamo che la curva degli ascolti del 13 marzo ci dice che oltre 8 milioni di persone stavano guardando Canale 5 mentre accadeva questo:

Al netto del rapporto quasi anagrammatico tra le parole pettegolezzo e Belen Rodriguez, un fattore che ormai si dà per scontato e che prima o poi diverrà certamente oggetto di studi accurati, ciò che è successo nel popolarissimo show di Maria De Filippi è spunto per una riflessione sulla percezione generale del corpo e della nudità innescata da uno schema persistente della televisione generalista, in cui malizia, prurigine e vedo-non vedo continuano ad avere la meglio su tutto il resto. In un tempo storico nel quale c'è il tentativo generale di sfatare certi tabù e liberarsi da rappresentazioni che hanno inesorabilmente distorto la concezione di sessualità, soprattutto quella femminile (vengono in mente format come Naked Attraction, il dating show in cui le persone si conoscono da nude), non si può fare a meno di sottolineare come oggi il pubblico generalista resti pietrificato davanti a dei capezzoli al pari di come dieci anni fa accadeva per una farfalla. Poco importa che il soggetto interessato sia lo stesso e libero di fare e dire ciò che vuole.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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