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Naked Attraction Italia, Nina Palmieri: “Davanti al nudo crolla ogni pregiudizio”

Intervista alla conduttrice che racconta l’esperienza di Naked Attraction, nuovo dating show in arrivo su Discovery+ dal 7 febbraio in cui i concorrenti trovano l’anima gemella scegliendo tra uomini e donne completamente nudi: “La forza del programma è che non ci sono filtri e così sfatiamo alcuni tabù, ad esempio quello del pene piccolo. Scoprire che un difetto che nascondevamo può essere attraente è una specie di rivoluzione”.
A cura di Andrea Parrella
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Se c'è una cosa che negli anni ha completamente deviato la nostra percezione della nudità è il vedo/non vedo, l'allusione alla nudità stessa, senza mostrarla. E la Tv ha contribuito ampiamente a questa dinamica. La liberazione da questo senso di proibito non può passare solo da un format televisivo, ma in Italia arriva in questi giorni un programma che alimenterà certamente discussioni e riflessioni in merito. Si tratta di Naked Attraction Italia, condotto da Nina Palmieri e disponibile sulla piattaforma Discovery+ dal 7 febbraio (non c'è ancora una data per la messa in onda in chiaro in Tv, l'augurio è che sia molto presto). In cosa consiste? È un dating show, il classico programma per appuntamenti, con un piccolo dettaglio: chi sceglie lo fa guardando sei persone completamente nude, da capo a piede. Li vede lui/lei, ma quei nudi li vede anche lo spettatore, perché non c'è traccia di censura, peni e vulve in bella mostra. Naked Attraction è un format inglese che fa il suo esordio in Italia a 6 anni dal debutto in Gran Bretagna e Nina Palmieri ci ha raccontato questa singolare esperienza di conduzione.

Tra le cose proibite in Tv il nudo è in cima alla lista. È un tabù al quale con questo programma date una bella spallata. 

È stata un'esperienza assolutamente esilarante da un punto di vista professionale, un punto d'arrivo considerando il mio percorso durante il quale ho sempre provato ad infrangere altri tabù, quindi una bella soddisfazione. Una cosa che ho apprezzato molto è l'onestà di questo dating show, un genere di cui la Tv è piena. Qui non ci sono filtri a tutela del minore e di chi guarda, credo sia la vera forza del programma. 

Da spettatore mi sono scoperto indulgente verso caratteristiche fisiche e difetti che in altre circostanze avrei forse trattato in modo più severo. È una chiave del programma?

Sono contenta che tu mi dica questa cosa. Nella prima puntata c'è una ragazza che parla dei suoi problemi di accettazione con il proprio corpo e racconta di avere avuto sempre molte remore a mostrarsi nuda ai compagni. Si tratta di una questione di accettazione, di rispetto del proprio corpo e del corpo altrui. In questo confronto tra chi sceglieva e chi veniva scelto ne è sempre derivata una sorta di crescita, una maturità nel giudicare e nell'essere giudicati senza pregiudizi. Sorprendersi dei complimenti per una caratteristica fisica che si tende a nascondere, ad esempio la pancetta, ha un che di rivoluzionario.

Nel 2011 tu avevi lavorato a Sex Education Show, un programma che affrontava il tema del sesso in maniera più tecnica. Qui l'educazione sessuale la fate col semplice atto di mostrare. 

Penso che sia necessario anche questo nel percorso dell'educazione sessuale, che in effetti da noi non si fa. Se Naked Attraction Italy può rappresentare un piccolo aiuto, io sono contenta di darlo. Ci sono anche dei piccoli passaggi nel programma dedicati a nozioni brevi di educazione sessuale. Più che altro abbiamo provato a sfatare dei luoghi comuni, ad esempio quello del pene piccolo. 

Il luogo comune per eccellenza. Spiegami meglio.

Alcune delle ragazze che hanno partecipato ci hanno detto di avere problemi con un pene troppo grosso e hanno dovuto eliminare ragazzi che pure gli piacevano per questa ragione. Magari guardando il programma quegli stessi uomini che pensano di avere il pene piccolo si sentiranno più rilassati, e così varrà per quelle donne che pensavano fosse un problema pensarla in quel modo.

Quando il/la protagonista della puntata sceglie una persona, si spoglia a sua volta.
Quando il/la protagonista della puntata sceglie una persona, si spoglia a sua volta.

A proposito di pene, Gigi Proietti in un celebre sketch sosteneva che un problema dell'educazione sessuale fosse che non esistano parole intermedie tra quelle volgari e scientifiche per chiamare gli organi sessuali. Come ti sei regolata dal punto di vista linguistico?

Ho chiamato le cose come si chiamano: pene, vulva, labbra della vulva. Poi ogni tanto c'è stata qualche battuta, però non credo sia stata mai sfiorata la volgarità, ci siamo divertiti e abbiamo scherzato senza mai oltrepassare il limite. 

Le analisi sulla forma del pene e sulle labbra della vagina, l'armonia dei capezzoli. Complice anche l'imbarazzo, i protagonisti si lanciano in commenti molto tecnici sulle varie parti del corpo. 

Ho sentito cose che mai pensavo si potessero dire nell'analizzare il corpo altrui. Una ragazza mi ha detto "questo ragazzo devo eliminarlo perché non ha i testicoli armonici". Devo ammettere che lì ho fatto un po' di fatica a starle dietro, ma ognuno di noi ha le proprie pretese, quindi va bene così.

Sarebbe curioso mettere genitore e figlio a guardare insieme il programma. 

Magari la facciamo, potrebbe essere un'evoluzione interessante. È una cosa che avevamo provato a fare proprio con Sex Education Show, mettendo genitori e figli davanti a immagini di nudo per capire come si confrontassero. 

C'è un oggettivo problema con la pornografia e il modello di sesso che ci viene proposto da anni. Pensi che questo programma possa aprire una strada per trasmettere un'idea del sesso più naturale?

Io lo spero e sono pronta a dare il mio contributo a questa cosa. In Inghilterra va avanti da 7 anni esattamente come lo stiamo facendo noi. Qui in Italia l'educazione al sesso è una necessità enorme, solo che siamo costretti a vergognarci di parlarne. Bisognerebbe fare di tutto per far comprendere ai giovani che non debbano imparare dai porno come si faccia sesso. 

Sei la sola vestita davanti a persone nude. Non si è sviluppato un disagio al contrario? 

Diciamo che avevo scelto l'outfit sbagliato e in certi momenti, sì, mi sono quasi sentita fuori luogo. 

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